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Il premio Nobel ha ancora senso? Si premiano gli abbracci e non la lotta al Covid

L’Accademia di Stoccolma ha assegnato il premio per le Medicina a David Julius e Ardem Patapoutian per aver scoperto come la nostra pelle riesca a percepire la temperatura degli oggetti, ma anche come reagisce a stimoli come le carezze.

I due ricercatori hanno scoperto meccanismi antichissimi che permettono di percepire il caldo e il freddo, e sono anche la base per capire il dolore. Gli studi sono cominciati alla fine degli anni ’90, partendo da un composto presente nel peperoncino, la capsaicina responsabile della sensazione di bruciore. Julius ha scoperto il gene TRPV1, legato ai neuroni sensoriali che reagiscono al dolore, al calore e al tatto. Patapoutian ha invece scoperto i geni Piezo1 e Piezo2, legati alla percezione della pressione.

Ma la domanda che sorge spontanea a molti, in primis l’infettivologo Matteo Bassetti che si è espresso sul caso, è se davvero il Nobel ha ancora senso di esistere. L’assegnazione di quest’anno risulta quanto mai anacronistica, dopo gli ultimi due anni che abbiamo vissuto, dove enormi sforzi sono stati fatti per dare alla popolazione mondiale un antidoto contro il Covid-19.

Come racconta La Stampa, secondo Bassetti, il premio “non parla all’umanità”, mentre Carlo Alberto Redi, biologo e accademico dell’Accademia dei Lincei, la considera “un’occasione persa per premiare il grande mondo dell’immunologia”.

Redazione

 

 

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