Negli ultimi dieci anni le aziende hanno privilegiato i contratti determinati rispetto all’impegno di un indeterminato, confermando la precarietà del mondo del lavoro, è quanto emerso dal Rapporto 2021, presentato il 16 luglio a Montecitorio.
Come racconta il Corriere della Sera, i contratti a termine sono aumentati di oltre 800 mila unità, salendo del 36,3%, portando, però, solo ad un aumento dell’1,4% dell’occupazione.
Situazione ancor più aggravata dal Covid, basta pensare che nel trimestre marzo-maggio 2021 gli occupati precari sono saliti di 188mila unità mentre gli stabili sono diminuiti di 70mila unità.