Internazionale

La regista afgana Saharaa: “Promuoviamo il cinema, se i talebani tornassero sarei uccisa”

“Non credo che i talebani torneranno, qualora accadesse, saranno loro a doversi adattare perché non siamo le donne di 20 anni fa, abbiamo studiato e conosciamo i nostri diritti”, parla così Saharaa Karimi, regista afgana, la prima donna a dirigere l’Afghan film, una compagnia di Stato che produce e distribuisce i film nel Paese e, che, tra le altre cose, custodisce le vecchie pellicole dei film afgani, scampate dalle mani dei talebani.

“Se i talebani tornassero, sarei la prima ad essere rimossa o uccisa”, spiega a Repubblica Saharaa, una donna forte, che non vuole rinunciare al suo lavoro e alla sua passione, in un Paese in cui chiunque fa arte è nel mirino dei talebani.

“Quello che cerchiamo di fare è di promuovere il cinema in un paese dove non ci sono i cinema, a Kabul, l’unico che funzionava è in mano alla municipalità e non ce lo vuole dare, facciamo serate in alcune sale, ma quello che è importante in questo momento, è che si arrivi a una definizione del cinema afgano in patria e all’estero. Quello che vorrei è riuscire a rendere la vita più semplice per la nuova generazione di registi, ma per quanto li si possa aiutare ci sono dei blocchi oggettivi, quali la mancanza di fondi e l’insicurezza”.

Redazione

 

 

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