Attualità e politica

Minniti: “Nessuna criminalizzazione delle Ong e mai nessun porto chiuso”

“Solo chi non conosce il nostro Paese può pensare che da noi possa esistere un magistrato che si fa dare ordini da un ministro”, lo sostiene l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti.

“La polizia giudiziaria, da qualsiasi ministero provenga, dipende solo ed esclusivamente dal magistrato. In Italia esiste la separazione dei poteri e ne sono orgoglioso”, spiega a La Stampa Minniti a proposito delle intercettazioni di giornalisti che indagavano sul traffico di esseri umani in Libia.

I giornalisti indagavano sul rapporto del governo italiano con alcuni boss, trafficanti di uomini, con cui Minniti non ha mai dialogato: “Io ho trattato sempre con rappresentanti istituzionali. Il memorandum tra Italia e Libia era stato firmato dai due capi di governo Paolo Gentiloni e Sarraj. Sottolineo che quel memorandum è in vigore e agisce anche oggi”.

L’ex ministro è stato accusato di aver dato il via alla criminalizzazione delle Ong, ma per lui non è assolutamente così: “Nel 2017-2018 avevamo messo a punto un dispositivo di ricerca e soccorso in mare di cui facevano parte le Ong. In quel periodo la guardia costiera italiana operava in acque libiche e questo è accaduto fino alla fine della mia esperienza di governo. Non abbiamo mai chiuso nessun porto e la situazione era molto complicata: nel 2016 arrivarono 180 mila immigrati e nel 2017 se ne prevedevano 250mila. In 36 ore arrivarono 13.500 persone. Non 26 barconi, 26 navi contemporaneamente”.

Minniti ha invece firmato un codice di condotta con le Ong: “Era un codice pattizio nei rapporti con le Ong, non una legge come sarebbe stato fatto dopo. Se le Ong assumono un ruolo rilevante nella gestione delle emergenze umanitarie è normale che si coordino con il Paese. Se un magistrato ritiene utile un’ispezione con la polizia giudiziaria, è giusto che possa farlo. Sia il memorandum sia il codice sono ancora in vigore oggi. E non credo di essere tanto potente da imporre ancora oggi a Stati e organizzazioni umanitarie norme che non vogliono”

Ieri il premier Mario Draghi si è recato in Libia, dopo che con il governo Conte, come spiega Minniti, l’influenza italiana nell’area è diminuita: “Che in quel periodo l’Italia abbia perso peso politico in Libia mi sembra evidente. Noi avevamo cercato di impegnare l’Europa per governare insieme l’immigrazione. Dopo di noi Conte ha cercato di utilizzare l’immigrazione contro l’Europa. Una conseguenza dell’ideologia del sovranismo nazionalista”.

L’Europa dovrebbe intervenire e agire unita per l’onorevole che spiega: “L’Europa non ha un esercito (e ne avrebbe bisogno) ma ha il denaro che turchi e russi non possiedono. Con quel denaro dovrebbe finanziare la ricostruzione della Libia e creare nuovi corridoi umanitari in grado di svuotare i campi profughi. Garantendo gli afflussi concordati con gli Stati e punendo quelli illegali”.

Redazione

 

 

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