EconomiaLE TASCHE DEGLI ITALIANI

Lavoro e pandemia, cresce il divario: 76mila donne hanno perso il posto

Con la pandemia i contraccolpi sul mondo del lavoro sono stati evidenti: secondo i dati elaborati dal ministero del Lavoro insieme alla Banca d’Italia in base alle comunicazioni obbligatorie, a fine febbraio il numero di occupati dipendenti era stabile rispetto a dicembre, mentre da marzo 2020 a febbraio 2021 sono andati persi circa 300 mila posti di lavoro in meno.

Come racconta La Stampa, l’anno del Coronavirus ha accentuato il gender divide nel campo lavorativo: tra gli uomini sono aumentati in un anno i posti di lavoro, con 44mila unità occupate in più, mentre tra le donne si sono registrate 76mila unità in meno. Il divario tra occupati di sesso maschile e di sesso femminile è salito a 120mila unità. Tra le ragioni principali, vi è la difficoltà per le donne a conciliare gli impegni lavorativi con quelli familiari, il tutto ancora più accentuato con la pandemia e la didattica a distanza.

In generale, la crisi ha colpito maggiormente il settore del turismo con 140mila posti in meno, e quello dell’abbigliamento, dalla produzione (-10mila posti) alla vendita.

È cresciuta invece la domanda di lavoro nel settore alimentare, in quello delle costruzioni (+23 mila posti), e del trasporto merci su strada (+17 mila) grazie all’avvento dell’e-commerce.

 Le regioni più colpite sono la Lombardia (-75 mila attivazioni di posti di lavoro in un anno), il Trentino Alto Adige (-42 mila) e il Veneto (-37 mila).

Redazione

 

 

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