Attualità e politica

L’Italia blocca l’export di AstraZeneca. Draghi: “Una questione di credibilità”

Alle parole sono seguiti i fatti. Una settimana fa nel primo vertice Ue di Mario Draghi in veste di premier, il leader italiano aveva sollevato il problema dei ritardi delle consegne dei vaccini da parte delle aziende farmaceutiche. “Le aziende che non rispettano gli impegni non dovrebbero essere scusate”, aveva dichiarato, strigliando la presidente dell’Ue von der Leyen affinché si impegnasse per far rispettare gli accordi presi.

Come racconta il Corriere della Sera, una nuova presa di posizione da parte dell’ex presidente della Bce è arrivata con il blocco dell’export di 250mila vaccini di AstraZeneca destinati all’Australia, confezionati nello stabilimento laziale di Anagni. Già il 25 febbraio Draghi aveva reso ben chiaro che un’Europa che ancora arranca con la campagna vaccinale, complici i ritardi delle consegne, non può permettersi di far uscire dosi preziose se le imprese del Big Pharma non ottemperano ai loro impegni.

La decisione è stata subito comunicata a Bruxelles, in quanto la norma prevede che lo Stato membro decida conformemente al parere della commissione. La proposta italiana è stata notificata dalla Farnesina alla direzione generale Salute venerdì scorso, secondo giorno del video-summit dei leader Ue, ed ha ricevuto il via libera il 2 marzo, giorno in cui è stata informata AstraZeneca. Non si tratta di scarsa solidarietà verso i paesi in difficoltà, ma come ha chiarito il premier Draghi “è una questione di credibilità”.

L’azione di Draghi è stata anche una risposta alla linea troppo morbida di Bruxelles che finora ha concesso 174 autorizzazioni di export.

Redazione

 

 

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