Internazionale

Breton: “In Italia 6,5 milioni di dosi consegnate ma solo 4 milioni inoculate”

“Alla fine di marzo il nostro obiettivo è arrivare a 95-100 milioni di dosi. Ma a fronte dei 43 milioni di dosi consegnate ne sono state somministrate 30 milioni 204 mila”, lo afferma Thierry Breton, commissario Ue al Mercato interno, all’Industria e al Digitale, e alla guida della task force per la produzione di vaccini in Europa.

“All’Italia sono state consegnate 6.542.260 dosi e ne sono state somministrate 4.434.131. Gli Stati membri devono mettere in pratica velocemente la loro politica vaccinale perché la capacità di produzione di dosi aumenta di settimana in settimana. Lo scarto non c’è solo in Italia ma anche in altri Paesi, come Francia o Spagna”, afferma Breton in un’intervista al Corriere della Sera.

La Commissione dunque sta lavorando per ottenere quante più dosi di vaccino possibile, ma i paesi, compresa l’Italia, non hanno un piano strategico veloce, anzi molte dosi restano inutilizzate.

“In Europa abbiamo cercato di fare in modo che i vaccini messi sul mercato avessero tutti l’autorizzazione dell’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali. Tutti i Paesi hanno deciso di fare così per ragioni di sicurezza sanitaria, per essere sicuri che non ci fossero effetti secondari. In molti Paesi, tra cui l’Italia e la Francia, c’è un certo numero di cittadini che ha ancora un po’ di paura verso i vaccini”.

Lo scarto con altri paesi come gli Stati Uniti è dovuto, ricorda il Commissario Ue, alle diverse tempistiche di approvazione: “Le dosi negli Usa sono state consegnate circa cinque settimane prima che in Europa. Noi abbiamo questo ritardo perché abbiamo voluto essere sicuri al cento per cento che i vaccini non avessero rischi per i cittadini Ue. A oggi sono stati consegnati in Europa circa 43 milioni di dosi, negli Usa circa 96 milioni. Quattro settimane fa gli Stati Uniti erano a 50 milioni. Ecco come nasce lo scarto con gli Usa”.

Intanto, la sua task force lavora per accelerare la produzione e trasformare gli impianti esistenti: “In Europa abbiamo 16 impianti che producono il materiale iniziale per i vaccini, 4 impianti che fanno gli ingredienti attivi e il “fill&finish” cioè l’ultima fase di riempimento dei flaconi e 21 impianti per il solo “fill & finish”, tra cui due italiani. Abbiamo firmato contratti con società che avevano impianti in Europa, perché per crearne da zero ci vogliono 4-5 anni. Per trasformare le linee di produzione di solito servono almeno due anni ma in un’economia di guerra come questa il tempo sarà ridotto a 5-6 mesi”, spiega il Commissario.

Redazione

 

 

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