Attualità e politica

Bonaccini: “Non è il momento per conte interne. Ora si faccia il governo”

Stefano Bonaccini, governatore della regione Emilia-Romagna, è il nome del possibile futuro competitor di Nicola Zingaretti all’interno del Partito Democratico. Per lui al momento la priorità è una: sconfiggere la pandemia e rilanciare l’economia.

“Abbiamo chiesto a Draghi un impegno per valorizzare il ruolo delle Regioni e degli enti locali: il fatto che ci abbia coinvolto già in questa fase non è rituale, ma un segnale molto importante”, afferma il governatore in un’intervista a Repubblica.

“Credo che il nostro compito sia quello di far nascere questo governo, di forte impronta europeista, assicurando appoggio e proposte per la ripresa dell’Italia. Gli effetti della pandemia sono pesantissimi, parliamo di questo, non distraiamoci. Ben venga una discussione sul merito dei contenuti anche all’interno del Pd, per qualificare al massimo la nostra funzione, ma non mi pare il tempo di conte interne. Le priorità sono altre, basta una chiacchierata in strada, al bar, in un mercato per capirlo. E io non guido alcun asse, né appartengo a correnti. Chi mi conosce lo sa e chi mi vuole descrivere in altro modo dovrà fare pace con se stesso”.

Bonaccini è convinto che le alleanze si facciano sui contenuti e non se imposte dall’alto: “Penso che il Pd debba confrontarsi con tutto il campo democratico a partire dai contenuti. In Emilia-Romagna e altrove abbiamo vinto grazie a una proposta per il futuro condivisa da un fronte ampio e aperto al civismo, che include anche Italia Viva e Azione di Calenda, con cui peraltro governiamo bene. Io vorrei un partito più grande, perché il 20% non mi basta. E vorrei un centrosinistra più largo, perché un grande partito è capace di attrarre chi gli sta intorno, al centro come a sinistra, anziché isolarsi come accadde nel 2018”, spiega a Repubblica.

Sul governo Draghi che ha riscosso molti pareri favorevoli e nel quale si prospetta una co-partecipazione di Lega e Pd, Bonaccini afferma: “Non bisogna ribaltare la realtà. Il presidente Sergio Mattarella è stato chiarissimo: non essendoci più le condizioni per un governo con una maggioranza politica autosufficiente, si è reso indispensabile rivolgersi a tutto l’arco parlamentare per far fronte all’emergenza in corso. La cosa importante è che con Mario Draghi l’Italia stia rilanciando la sua vocazione europeista e il suo ancoraggio atlantico, rifuggendo da avventure sovraniste e nazionaliste”.

L’urgenza è ora quella di vaccinare e tornare a vivere: “Vaccinare le persone significa salvare vite e uscire da un’emergenza che ha determinato enormi costi economici e sociali. È la prima urgenza che abbiamo e credo che ogni iniziativa possibile vada messa in campo, purché coordinata col piano vaccinale nazionale e nel rispetto delle autorizzazioni di Ema e Aifa. La nostra richiesta di accelerare e la nostra disponibilità a fare un passo in avanti nell’approvvigionamento non hanno nulla a che fare con l’egoismo”.

Redazione

 

 

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