Attualità e politica

Matteo Salvini a LaChirico: ‘Sovranista? Io sono italiano. Il centrodestra è pronto a governare’

“Il meglio deve ancora venire”, il senatore Matteo Salvini è particolarmente saggio in questi giorni prenatalizi, così gli rivolgiamo qualche domanda sull’Italia che verrà e sul Natale che sarà, giallo rosso arancione. In effetti, tra annunci contrastanti e cambi di marcia, gli italiani non sanno ancora se e come potranno vivere i propri affetti nei giorni festivi.

“Ho avuto un confronto telefonico, pochi minuti fa, con i governatori di Veneto, Calabria, Lombardia, Umbria e Sardegna. Oggi si terrà una riunione con il commissario Domenico Arcuri e con i presidenti di regione sui vaccini. Pare che l’Agenzia europea del farmaco abbia anticipato di qualche giorno il responso sul vaccino della Pfizer di modo che la prima fase della campagna vaccinale possa partire entro metà gennaio con 1 milione e 800mila dosi di vaccino. Speriamo”.

Intanto, con una curva epidemica che scende ma non abbastanza, gli italiani restano in balia dei repentini cambi di marcia del governo. “Anch’io resto perplesso davanti all’incertezza del quadro normativo: cambiare le regole ogni settimana non aiuta i cittadini. Mi auguro che qualcuno non pensi di aprire per poi richiudere”. Le folle nel weekend hanno impensierito diversi ministri. “Il governo si stupisce che, se dici alla gente ‘correte a fare acquisti’ con il premier che in conferenza stampa annuncia la lotteria degli scontrini, poi la gente esce davvero a fare acquisti. Chi invoca modello tedesco, non rimarca una differenza fondamentale: il governo della cancelliera Merkel ha messo sul tavolo 286 miliardi di euro per aiutare le attività danneggiate dal blocco. Se un imprenditore sa di poter ottenere, in tempi certi, un ristoro pari all’80 percento del suo fatturato, allora accetta anche di fermarsi. Ma in Italia i ristori non arrivano e ogni negozio o impresa obbligata a chiudere rischia di non riaprire più. Il risarcimento economico deve essere erogato immediatamente, non tra sei mesi. Mi sembra pure illogico impedire alle famiglie di incontrarsi nei giorni del Santo Natale sulla base di criteri privi di scientificità”.

Sembra che sul cambio di marcia del governo, che adesso pensa a restrizioni più severe, abbia influito ciò che il governo tedesco ha deciso per la Germania. Ieri, senatore, il ministro della salute Roberto Speranza lo ha ammesso candidamente: “Nelle ultime ore – ha detto – quando ho visto che Merkel in Germania ha deciso il lockdown totale, mi sono convinto ancora di più che in questa fase si debba tenere alta l’asticella del rigore”. Ma allora andiamo al traino degli altri paesi? “Se vogliono copiare la Germania, dovrebbe copiare l’efficienza sul fronte del rimborso alle imprese. Da noi invece dicono: adesso chiudi il locale, poi forse tra due mesi ti mando duemila euro. Anche la Svizzera ha un approccio totalmente diverso, lì sono aperte perfino le stazioni sciistiche”.

Lei farà il vaccino quando sarà disponibile? “Mi atterrò ai consigli del mio medico di famiglia. La Lega non è contro i vaccini ma contro l’obbligatorietà che è sempre sbagliata. Io sono per la libertà e per l’informazione libera”. Lei citava il commissario Arcuri che in questo anno ha dovuto gestire partite cruciali, dalle mascherine ai tamponi, e adesso dovrà occuparsi della distribuzione del vaccino anti-Covid. Arcuri è anche l’ad di Invitalia che è chiamata a occuparsi anche dell’ex Ilva. Troppi incarichi per un uomo solo? “Non conosco Arcuri ma penso che, se pure fosse un genio, farebbe fatica a gestire ogni cosa. Trattandosi evidentemente non di un genio, come si è visto su mascherine, ossigeno, siringhe eccetera eccetera, fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Sull’Ilva noi abbiamo fatto una proposta per unire due criticità e due enormi possibilità: il ponte sullo Stretto di Messina, che ha già un progetto definito, interamente a carico dei privati, unirebbe la Sicilia all’Italia e all’Europa. Sarebbe un segnale di rilancio e ripartenza a livello mondiale, assorbirebbe per anni la produzione di acciaio dello stabilimento di Taranto. Senza bisogno di metterci soldi pubblici. In base a quale ideologia folle si dovrebbe dire di no a questa opportunità?”.

Agli amici di AC, quest’anno, abbiamo regalato un albero piantato da Arbolia, la società, nata da una sinergia tra Cdp e Snam, specializzata nella piantumazione. Lei lo sa che piantare un albero in città porta mille benefici? Gli alberi liberano ossigeno, assorbono anidride carbonica e polveri sottili, sono l’habitat di molti animali, riducono lo stress e stimolano la fantasia dei bambini. “E’ una bella iniziativa, è importante aumentare le zone verdi nelle città italiane. L’ambientalismo non è di destra o di sinistra: è di tutti, è di sessanta milioni di abitanti. Un’attenzione intelligente verso l’ambiente è fondamentale per il benessere e la qualità della vita. A volte in Italia qualcuno parla di ambiente in modo fantastico, pensi per esempio al discorso sulla plastic tax: si dice che le aziende produttrici andrebbero tassate per ridurre la produzione di plastica che inonderebbe gli oceani, ma la verità è che le aziende italiane del settore sono tra le più innovative e ‘riciclone’: se le carichi di una tassa ulteriore, saranno costrette a ridurre gli investimenti. Lo stesso discorso vale per lo sviluppo del mercato dell’idrogeno: il graduale passaggio dall’idrogeno blu a quello verde mi sembra una mossa intelligente per la transizione energetica. Bisogna evitare dogmatismi in questo campo: quando i cosiddetti ‘ambientalisti’ fanno la battaglia, a Milano, per far correre le bici in una zona trafficata come corso  Buenos Aires, a me sembra un’idea sbagliata”.

Agli amici di AC abbiamo regalato anche un panettone realizzato dalla cooperativa Giotto che dà lavoro ai detenuti del carcere di Padova. Lei usa talvolta toni eccessivi su giustizia e pena, ma lo sa che il lavoro è l’unico vero antidoto alla recidiva? “Mi creda, lo so bene e se fosse per me dovrebbero lavorare tutti i detenuti d’Italia. Oggi invece questa opportunità riguarda una percentuale minima della popolazione carceraria. Non solo è una prospettiva di reinserimento sociale ma serve anche a ripagare la società dei danni recati con il proprio comportamento delittuoso”.

L’altra sera l’ingegnere Carlo de Benedetti, ospite di La7, ha detto che in caso di voto anticipato, se vincesse la destra, “i rubinetti dell’Europa si chiudono. E Salvini durerebbe lo spazio di un mattino”. L’Europa si comporta diversamente a seconda del colore dei governi nazionali? “Se fosse vero, sarebbe di una gravità assoluta, vorrebbe dire che il voto è una presa in giro perché qualcuno a Bruxelles pensa di decidere chi governa. Voglio pensare che sia un abbaglio di De Benedetti. Io in Europa non voglio fare guerre contro nessuno ma quando vedo scelte sbagliate le contesto. In questi giorni sono arrivate due infrazioni dall’Europa: una sull’applicazione della direttiva Bolkestein per la messa a gara delle concessioni balneari; un’altra che ci chiede di aumentare la tassa sui porti italiani. Il terzo regalo proveniente dall’Ue costringerebbe le associazioni di volontariato ad avere partita Iva e ad emettere fattura. In tempi di Covid il volontariato dovrebbe essere sostenuto, non caricato di ulteriori oneri e balzelli. Se dall’Europa arrivano queste prescrizioni, io mi permetto di dire no, non perché sono sovranista”. Lei si definisce “sovranista”? “Io mi definisco italiano”. Quando, in un’altra intervista, mi ha detto di non essere di destra, la cosa ha fatto discutere. “Destra e sinistra sono categorie superate. Il Covid impone a tutti un cambio di marcia. Servono buon senso, concretezza, sviluppo. La mia bussola è una parola soltanto: libertà.  Libertà d’impresa, libertà educativa, libertà d’azione, libertà di parola. In manovra dobbiamo come sempre battagliare per riconoscere gli stessi diritti agli studenti di scuole paritarie e pubbliche, intanto, come mi raccontava l’altro giorno il presidente dei costruttori dell’Ance, Gabriele Buia, ci sono 700 cantieri già finanziati ma fermi”.

Lei è stato al governo ma tanti problemi sono rimasti irrisolti. “Ci siamo stati per un anno, poi abbiamo capito che le cose che volevamo fare non si potevano fare, e infatti abbiamo rinunciato a sei ministeri. Alcune cose però le abbiamo realizzate: la flat tax per le partite Iva, il Codice rosso contro la violenza sulle donne, Quota 100. Abbiamo servito le istituzioni senza cambiare pelle e senza rinunciare ai nostri valori. Oggi indosso la giacca perché dopo andrò in Senato ma io non sono cambiato”. Eppure negli ultimi temi lei ha moderato i toni, qualcuno dice che si è fatto più “dulce” e meno “truce”. “Ma che baggianata, io sono sempre lo stesso. Uso i toni che si addicono a una situazione attuale, con una crisi pandemica in corso, più di tremila persone ricoverate in terapia intensiva, un milione di posti di lavoro a rischio, l’incertezza totale sulla riapertura della scuola. Se non si potenzia il trasporto pubblico locale, non so come faremo a rimandare a scuola i nostri figli”.

Proprio in questi giorni il premier Conte è impegnato in una “verifica di governo”: gli italiani si aspettano risposte, invece qui la politica parla di poltrone e rimpasti. “Io sono allibito perché trovo lunare il dibattito in corso tra le forze di maggioranza. Litigano per un posto in più. Intanto sui principali dossier, aperti da mesi, siamo all’ennesimo rinvio. Alitalia, autostrade, Ilva, blocco dei licenziamenti, cartelle esattoriali: rinvii rinvii e rinvii. L’alternativa però ci sarebbe. Se si trovasse in Parlamento una maggioranza di centrodestra, Conte, Azzolina e Bonafede andrebbero immediatamente a casa”. Lei ha già indispettito la leader di Fdi Giorgia Meloni che non ha capito se Salvini punta alle elezioni anticipate o a tornare al governo, magari con i 5Stelle. “La maggioranza di centrodestra governa 14 regioni su 20, e mi sembra che qui ci sia l’urgenza di trovare soluzioni ai problemi. Quando ho incontrato il presidente della Repubblica, ho riportato le mie preoccupazioni per la riapertura della scuola che è la spina dorsale del paese:  8 milioni di studenti, 1 milione di insegnanti. Il ministro Azzolina non è assolutamente in grado di gestire questa macchina complessa. C’è una crisi sanitaria ancora in corso, per non parlare della ‘pandemia economica’ che non ha ancora dispiegato tutti i suoi effetti. Serve un governo capace di affrontare i problemi, e in Senato ci saranno almeno una quindicina di parlamentari, persone di buona volontà, disposti a dare una mano per cambiare maggioranza e squadra”.

Pd e M5S sono sempre più a disagio di fronte alla gestione solitaria del premier Conte, anche in materia di servizi segreti di cui il premier ha tenuto la delega. “Quello dell’intelligence è un comparto fondamentale per la protezione dei cittadini e degli asset economici del paese, nel mirino di appetiti stranieri. Che questo tema diventi oggetto di trattativa tra i partiti è scandaloso”. Tuttavia i venti di crisi sembrano calmarsi, dipenderà anche da Italia Viva. Lei si fida di Matteo Renzi? “No, zero, non mi fido e non penso che gli italiani possano fidarsi di lui. Oggi però è difficile andare a votare con l’epidemia in corso: la cosa migliore sarebbe trovare un’alternativa in Parlamento. Prima Conte va a casa meglio è”.

A proposito di Conte, Italia viva ha depositato alla Camera una interrogazione per sapere se il premier fosse al corrente della norma, inserita nel decreto rilancio, che ha cancellato la condanna a carico del suocero dello stesso premier. Dall’uso improprio della scorta, denunciato in un servizio dalle Iene, fino alla vicenda mai chiarita del concorso universitario: attorno al premier esiste una sorta di cortina di protezione? “Io evito di fare politica ricorrendo a vicende personali, a fidanzate e parenti, ma è chiaro che chi ha fatto della trasparenza uno dei suoi tratti distintivi, oggi dovrebbe chiarire non poche questioni. Se fosse accaduto ad altri, le conseguenze sarebbero state diverse. Io, per esempio, sono a processo per aver fatto il ministro, rispettando leggi e prerogative ministeriali, secondo una politica che era condivisa dall’intero governo. Tuttavia, me ne faccio carico senza dire ‘non ricordo’ o ‘se c’ero dormivo’. Quando il giudice da Catania, a fine gennaio, si sposterà a Palazzo Chigi per interrogare il premier, sono curioso di sentire che cosa dirà”.

Ma come sarebbe un eventuale governo Salvini? Che tipo di persone le piacerebbe reclutare? “Sto usando questo periodo per incontrare tanta gente, dall’università al volontariato e all’impresa. Sull’economia penso che persone Giulio Sapelli o Giulio Tremonti potrebbero dare un grande aiuto. Sulla giustizia, dopo i disastri attuali, servirebbero donne esperte come Giulia Buongiorno. C’è solo l’imbarazzo della scelta tra persone che abbiano un’impronta liberale e vogliano dire basta all’assistenzialismo dei giallorossi”. 

In America è ufficiale: il presidente eletto Joe Biden presterà giuramento il 21 gennaio. “Sarò lieto di conoscere il nuovo presidente quando sarà possibile, ho sempre detto che mi sarei complimentato con il nuovo presidente eletto una volta ufficializzata la sua elezione. Al di là di chi sia l’inquilino della Casa Bianca, a me interessa il rapporto con gli Usa come democrazia occidentale, come sistema di valori e idea di sviluppo, alternativa al modello cinese, iraniano, turco. Oggi i principali problemi li abbiamo vicino casa, parlo del regime islamico turco che è entrato in Libia e minaccia i nostri interessi nel Mediterraneo orientale”.

Lei tiene nel suo ufficio la foto con il premier israeliano Netanyahu: se mai un giorno lei diventerà premier, sarebbe disposto a trasferire la nostra ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme? “Lo farei immediatamente. Israele è un esempio di democrazia e di innovazione, è campione di investimenti in ricerca avanzata, biomedicina, intelligenza articolare. E poi è una società giovane, un esempio di convivenza tra popoli e culture diverse, Tel Aviv città giovane vivace innovativa multiculturale. Faccio notare che lo spostamento dell’ambasciata americana a Gerusalemme è certamente annoverabili tra i meriti storici del presidente Donald Trump che, a differenza del suo predecessore, non ha non ha fatto guerre a caso ma ha mantenuto la parola data”.

Lei ha detto, a proposito dello stile di vita di oggi, che non invidia i suoi figli perché non esistono più pause. “Oggi sei raggiungibile 24 ore su 24, sei sempre localizzabile. Quando io andavo al liceo trent’anni anni fa, c’era il telefono a gettoni, ogni tanto ho nostalgia di un’Italia in cui si amava, si faticava, si costruiva il futuro ma senza rinunciare a tempi e spazi di riservatezza”.

Redazione

 

 

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