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Italiani affetti dalla sindrome della capanna

Problematiche del sonno, irascibilità, depressione: questa la sindrome della capanna che affligge sempre più italiani. La comunicazione ansiogena dei media, il bollettino quotidiano con i numeri dei positivi e delle persone che perdono la vita per mano del virus: siamo di fronte ad un vero e proprio bombardamento mediatico e l’abitazione diventa l’unico porto sicuro.

Non a caso gli esperti suggeriscono di limitare l’esposizione mediatica e di dedicarsi ad attività rilassanti come il giardinaggio, la lettura o la cura dei propri animali domestici. Chi è affetto dalla sindrome della capanna rifugge ogni contatto con l’esterno e con i propri parenti, anche conviventi, per paura di infettarli o di essere infettato. Così facendo si estrania dal mondo e precipita in uno stato di profonda solitudine.

A questa condizione si aggiunge anche l’incertezza economica e professionale. Il futuro non è più nitido come prima e ancora di più la propria casa è un guscio protettivo che non si vuole più abbandonare. Non stupisce quindi l’incremento degli acquisti di immobili o elementi decorativi. L’unica certezza è quella dell’abitazione e del non volerla lasciare a nessun costo, quindi si cerca di renderla il più gradevole possibile, come racconta Libero.

L’Ufficio Studi del gruppo Tecnocasa ha mostrato una maggiore propensione all’acquisto nell’anno in corso, con il 67,6% degli intervistati che ha comprato casa contro il 32,4% che ha preferito l’affitto, una fetta crescente del campione è composta da celibi, vedovi e separati.

Redazione

 

 

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