«Oggi la domanda elettrica nazionale è coperta al 42% da fonti rinnovabili, all’epoca valevano meno del 20%. Questo — spiega Giuseppina Di Foggia, amministratrice delegata di Terna — ha cambiato tutto: a partire dalle infrastrutture e dalla necessità di digitalizzare la rete. Il nuovo scenario ci ha obbligato a cambiare il modo in cui si lavora in questa azienda, formando le persone e gli skill necessari. Perché quanto più le sfide diventano complicate, tanto più occorre finezza di ragionamento. Non a caso è cambiato anche l’approccio dell’Authority che regola il nostro settore: in passato alla crescita degli investimenti corrispondeva un aumento delle tariffe. Oggi la remunerazione del nostro servizio è parametrata sulla capacità di garantire maggiori efficienze e benefici al Paese». (Corriere)
Ha poi continuato: «Terna ha tenuto la prima asta del Macse che ha confermato l’interesse del mercato per l’energy storage in Italia. Abbiamo avuto domande quattro volte superiori alla disponibilità, con un prezzo di aggiudicazione del 65% più basso del prezzo di riferimento».
«Stiamo ampiamente rispettando gli obiettivi e completando il Tyrrhenian Link, lo stesso vale per l’Adriatic Link. Elmed per il collegamento sottomarino con la Tunisia procede secondo i piani e oltre a fare la nostra parte stiamo lavorando su formazione e innovazione specialistica di tecnici e manodopera locale».
«Il dato è coerente con il profilo di investimento del piano industriale e con una struttura finanziaria solida e siamo già proiettati a pensare alla sostenibilità del successivo. Altrimenti non avremmo avuto riscontri evidenti come il record del titolo e la revisione al rialzo del nostro rating».
In conclusione ha dichiarato: «Io sto operando tutti i giorni concentrandomi sull’unica cosa che intendo fare: lavorare bene con l’obiettivo di indirizzare questa azienda nel migliore dei modi».
