Economia

Arredamento, tiene l’export nei primi sei mesi, ma pesa l’incognita dei dazi

A guardare i dati del primo semestre, la situazione delle esportazioni per la filiera legno-arredo sembra ancora tenere: certo, c’è un calo complessivo dell’1% (per un totale di quasi 9,7 miliardi di euro esportati tra gennaio e giugno), ma le imprese del design italiano si confermano competitive nel panorama internazionale e persino gli Stati Uniti registrano ancora un dato positivo (+1,2%). E se permangono le difficoltà di due tra i principali mercati di sbocco del legno-arredo italiano – con la Francia che segna un -5,7% rispetto ai primi sei mesi del 2024 e Germania un -3,2% – altri Paesi rialzano la testa, come il Regno Unito (+3,7%), quarta destinazione per il settore, e la Spagna (+2,9%), quinta destinazione, ma anche i Paesi Bassi (+4,6%) e gli Emirati Arabi Uniti (+5,6%), di recente entrati a pieno titolo nella top ten dei principali mercati di riferimento. (Sole 24 Ore)

Le cose, però, cambiano molto rapidamente, come spiega il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin, che nel commentare i numeri di Infodata (elaborazioni del centro studi Fla su base Istat) non nasconde i timori per la seconda parte dell’anno, dovuti principalmente ai possibili effetti dei dazi statunitensi che colpiscono il secondo mercato più importante per il settore, con 1,7 miliardi di euro nel 2024.

A preoccupare le imprese sono due elementi soprattutto: il primo riguarda l’andamento complessivo dell’export italiano, che a giugno aveva registrato un deciso +4,9% su base annua, con un +5,2% per quanto riguarda i Paesi extra-Ue. Dato, quest’ultimo che già in agosto si è capovolto in un pesante -7,7%, trascinato da un tonfo del 21% versi gli Stati Uniti. Il secondo elemento riguarda nello specifico il settore dell’arredamento, le cui vendite verso gli Stati Uniti sono cresciute nel primo trimestre dell’anno, probabilmente per effetto di un accaparramento delle scorte, prima dell’introduzione dei dazi, da parte degli importatori, ma già nel complesso dei primi sei mesi hanno segnato un -1,2% e, nel mese di luglio rispetto a luglio 2024, hanno registrato una flessione del 7,7%.

«Prima ancora della loro effettiva entrata in vigore, i dazi di Trump hanno già sortito i loro effetti negativi», osserva Feltrin, che aggiunge: «Vedremo nei prossimi mesi se questo dato è il segnale di innesco di un trend negativo oppure se si è trattato di una battuta di arresto nelle settimane in cui il presidente Usa usciva con i suoi annunci».

Annunci che generano confusione e incertezza tra le imprese e frenano gli investimenti. Non ultime le affermazioni di Trump della settimana scorsa, che ha annunciato dazi al 50% e persino 100% su alcune tipologie di mobili a partire dal primo ottobre. Salvo poi precisare – tramite i suoi funzionari – che queste tariffe non riguarderebbero i Paesi con cui sono già stati firmati accordi (compresa quindi l’Unione europea), ma competitor come Cina e Vietnam o altre nazioni che fanno triangolazioni commerciali con questi Paesi.

Redazione

 

 

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