L’anno orribile del “carrello della spesa” è stato il 2022 con un aumento di oltre il 10% (8,1% l’inflazione generale), e pure nel 2023, del 9,3%, rispetto alla media del 5,7%. Quei livelli sono lontani, ma il paniere di beni definiti appunto “carrello” – composto da alimentari e beni per la cura della casa e della persona – è sempre sopra la media dell’indice generale. L’ultimo dato è quello preliminare di giugno, che ha visto un aumento del 3,1%, il quinto consecutivo dopo che gennaio era rimasto stazionario. E questo a fronte di una inflazione generale dell’1,7%. La ragione di questa dinamica è certamente il peso dei beni alimentari, circa l’80%, che risentono sia di fattori stagionali che di pressioni sulla filiera agroalimentare per la parte lavorata, anche se la spinta degli energetici ormai si è moto affievolita. (Sole 24 Ore)
L’effetto di questa dinamica influisce soprattutto sulla componente meno abbiente della società, che spende una parte consistente – in termini percentuali – del proprio reddito proprio in prodotti alimentari per la casa e certamente meno in beni durevoli. E infatti – hanno via via lamentato le catene distribuzione – gli acquisti sono via via scesi e in parte migranti verso le catene discount. A premere sono stati nel tempo recente alcuni prodotti, per fattori sia climatici che esogeni: olio extravergine d’oliva, pasta, pane, e passata di pomodoro, ma anche i prezzi di uova, latte, e riso sono aumentati. In particolare l’olio extra vergine è aumentato fino all’80%, la pasta del 35%, il riso del 20%.
A fronte di una frenata degli acquisti interni, e comunque di una sua rimodulazione, l’export dell’agroalimentare è andato bene. In particolare, l’interscambio di questo settore Italia-Usa – visto che il tema dazi è sempre presente – ha mostrato nel 2024 surplus di 6,3 miliardi di euro, con un incremento di 902,5 milioni rispetto al 2023, grazie all’aumento delle esportazioni verso gli Stati Uniti. Nel 2024, la bilancia commerciale agroalimentare italiana nel complesso ha registrato un saldo positivo, con un surplus di 433 milioni di euro. Questo risultato è dovuto a un aumento delle esportazioni, che hanno raggiunto quasi 70 miliardi di euro, rappresentando circa l’11% del valore totale delle esportazioni italiane, e a un aumento più contenuto delle importazioni.