Attualità e politica

Il legale delle donne islamiche violate: “Dov’è lo Stato? Permette a questa gente di imporre una cultura medievale”

“Da che parte sta lo Stato?”, a domandarselo è l’avvocato Loredana Gemelli che nel 2006 ha assistito Giuseppe Tempini, che si costituì parte civile, fidanzato di Hina Saleem, la giovane pakistana assassinata dal padre e dagli zii che aveva provato ad alzare la testa contro un matrimonio combinato. “Me lo chiedo dal 2006. Questa gente non ambisce a integrarsi ma a imporsi con una cultura medievale di matrimoni combinati e annichilimento della donna. E noi glielo stiamo consentendo”, afferma in un’intervista a La Stampa.

In quel caso la Cassazione condannò i genitori assassini a trent’anni: “Loro, gli assassini si difesero invocando l’attenuante culturale, rivendicando in pratica l’orgogliosa barbarie di un mondo in cui una ragazza non può sposare chi vuole. Presero 30 anni confermati in Cassazione e pensai che il muro del silenzio era rotto. Purtroppo sbagliavo”.

L’avvocato Gemelli recrimina l’assenza dello Stato che dovrebbe, invece, avere un ruolo cruciale nella difesa delle giovani donne che osano dire di no alle loro famiglie integraliste: “In questi processi costituirsi parte civile è vitale. Dovrebbero farlo l’Avvocatura dello Stato, il Comune, la Regione: è l’unico modo per dare un segnale politico forte e incoraggiare chi ha paura a uscire dall’omertà. Invece con l’eccezione dell’allora ministra Mara Carfagna che schierò l’Avvocatura dello Stato nel procedimento per l’assassinio di Begm Shnez, uccisa a mattonate dal marito geloso mentre la figlia Nosheen le faceva scudo col suo corpo, nessuno ha più fatto nulla. Si recrimina, si accusa il rivale politico, si dimentica”, afferma.

Le ragazze come Hina o come Saman sono sole e lo Stato deve intervenire: “Finché non apriremo gli occhi, questi assassini sanno che prenderanno trent’anni ma non c’è dissuasione che tenga, rivendicano la propria differenza culturale, l’alternativa alla disobbedienza è la morte. Continuo a chiedermi da che parte sia lo Stato e lo chiederò ancora quando con l’associazione “Al PostoTuo” ci costituiremo parte civile per Saman”.

Redazione

 

 

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