Dalla cedolare secca al regime forfettario per le partite Iva, le flat tax sono utilizzate da tantissimi contribuenti italiani in alternativa all’Irpef. Adesso, in base a quella che viene definita “una nuova tendenza”, la diffusione delle cosiddette “tasse piatte” sta per abbracciare anche l’ambito dei redditi derivanti da lavoro dipendente. E, in questo senso, la Manovra per il 2026 potrà consentire di sottrarre quasi 2 miliardi di euro al gettito dell’Irpef. Si tratta di risparmi che alleggeriranno il carico fiscale su alcune categorie di dipendenti “come i destinatari dei premi di produttività, gli addetti del turismo e chi lavora di notte e nei festivi”. (Sky TG 24)
L’Irpef, comunque, continuerà a gravare su stipendi e pensioni, da cui, come sottolineano gli esperti, “nel 2024 è arrivato l’82% dei 235,6 miliardi di gettito complessivo”. Ma un dato emerge su tutto, ovvero quello secondo il quale le minori entrate previste per il 2026, proprio grazie alle nuove flat tax previste dal governo “peseranno meno dell’1% degli introiti totali”.
Il disegno di legge di Bilancio prevede, entrando nel merito, l’introduzione di tre nuove imposte sostitutive. Eccole nel dettaglio. La prima è una “tassa piatta” del 5% valida per il 2026 sugli aumenti retributivi destinati ai dipendenti privati derivanti, in particolare, dai rinnovi dei contratti collettivi siglati nel corso di quest’anno o che verranno messi neri su bianco nei prossimi 12 mesi. La seconda è del 15%, ma dedicata specificatamente alle somme fino a 1.500 euro ricevute dai lavoratori del settore privato come extra budget per il lavoro notturno, festivo e nei giorni di riposo. Infine, la terza novità, riguarda un prelievo del 15% “sui compensi 2026 per il trattamento economico accessorio dei dipendenti pubblici su un imponibile massimo di 800 euro”.
Ma non è tutto perchè, sempre secondo l’analisi condotta da “Il Sole 24 Ore”, la Manovra mira anche a rafforzare la flat tax sin qui maggiormente diffusa tra i dipendenti, ovvero quella sostitutiva sui premi di produttività. In questo caso, sia per 2026 sia per il 2027 passerà dal 5% all’1% con il passaggio da 3mila e 5 mila euro come base massima di calcolo. In generale, sottolinea la valutazione degli esperti, tutte le flat tax sommate e destinate ai dipendenti faranno risparmiare comunque meno della cedolare secca sugli affitti e ancora meno del regime forfettario delle partite Iva.
Rendere strutturale l’innalzamento del limite, passando da 30 a 35mila, di reddito da lavoro dipendente per l’accesso alla flat tax al 15%. Questo, proprio in questi giorni, il nucleo di un emendamento alla Manovra presentato dalla Lega che figura tra le proposte segnalate. La modifica, è emerso, corregge la legge di Bilancio che proroga la misura per il solo 2026, rendendola strutturale “a decorrere dall’anno 2026”. Nell’emendamento, tra l’altro, è indicata una copertura relativa ad un solo anno, tanto che alle “minori entrate pari a 140,9 milioni di euro per l’anno 2027, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica”.
Restando nell’ambito del lavoro dipendente, è di questi giorni un’altra analisi condotta dall’Osservatorio Inps, secondo cui nel 2024 il numero di lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi operai agricoli e domestici) con almeno una giornata retribuita nell’anno è risultato pari a 17.731.002 con una retribuzione media di 24.486 euro e una media di 247 giornate retribuite. L’analisi ha permesso di stabilire che circa il 34% di coloro che ha avuto almeno una giornata di lavoro retribuita ha avuto retribuzioni inferiori a 15mila euro nell’anno (6,1 milioni). La variazione percentuale del numero dei lavoratori sul 2023 è pari ad un +2,0%, rispetto alla retribuzione media del +3,4% e rispetto al numero medio di giornate retribuite ad un +0,1%. Se si guarda al numero medio di dipendenti del settore privato non agricolo è stato pari a 14.968.307 (+2,1% rispetto al 2023). I lavoratori a tempo indeterminato nel 2024 nel settore privato non agricolo sono stati in media 12.049.554. In riferimento alla tipologia contrattuale si registrano variazioni positive del 2024 rispetto al 2023 pari a +0,6% del tempo determinato, +2,4% del tempo indeterminato e +3,4% degli stagionali.




