Si tratta ancora, e a oltranza, tra i partiti sulla Manovra 2026. Tanto che, per dare più tempo alle forze politiche per trovare una quadra, era stato fatto slittare il termine per l’indicazione degli emendamenti segnalati, cioè quelli per i quali i gruppi chiedono un esame in via prioritaria. Le richieste di modifica, complessivamente, sono state tantissime: 5.700. E da queste bisogna scendere a 414. I temi aperti sono dunque molteplici e le richieste di modifica all’interno della maggioranza restano tante e diversificate: alla fine sarà solo il vertice di giovedì 20 novembre, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e i leader dei partiti della maggioranza a poter mettere la bollinatura su un’intesa sulle correzioni. (Sky TG 24)
Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo conferma che lo spazio per la sanatoria edilizia, fortemente voluta da FdI quantomeno per la Campania, sarà trovato. “La situazione particolare di quella Regione – allarga le braccia – è sotto gli occhi di tutti”. Da capire, però, per quale dei quattro condoni proposti dal partito della premier ci potrà essere il disco verde. In due casi, infatti, si interviene sulla sanatoria del 2003 – quella che riguarderebbe in particolare la Regione Campania – mentre un altro apre ad un condono per sanare opere abusive ultimate entro il 30 settembre 2025, e l’ultimo ipotizza per i Comuni una regolarizzazione abusi edilizi, in seguito ai procedimenti previsti dalle sanatorie del 1985, 1994 e 2003 entro il 31 marzo 2026. E mentre FdI spinge sulle sanatorie arriva un no apparente con una proposta che potrebbe allargare ancora di più le maglie di un condono, con il meccanismo del silenzio assenso: “Siccome ci sono milioni di pratiche arretrate, secondo me la soluzione non è fare nuovi condoni – dice Salvini – la proposta che porto come Lega e come ministro è di dare 6 mesi al massimo di tempo agli enti locali per rispondere alle migliaia di cittadini che hanno fatto domanda di condono 5 anni fa o 40 anni fa, pagando. I Comuni devono dare una risposta e se non lo fanno entro sei mesi, vale il silenzio assenso, e vuol dire che quell’immobile ha tutti i diritti e tutti i permessi”.
Dalla Lega arrivano anche altre proposte: dagli affitti brevi alla norma sui dividendi e sul congelamento dello scalino pensionistico rinunciando, però, a tentare addirittura l’opzione dell’abbassamento dell’età pensionabile ipotizzata in un primo tempo con una copertura che triplicava il prelievo Irap su banche e assicurazioni. Da Forza Italia si attendono le proposte su casa, compensazione dei crediti, dividendi e comparto sicurezza. Mentre Noi moderati insiste sugli affitti lunghi e le detrazioni sui libri scolastici e Civici d’Italia propone il dimezzamento della tassa che i Comuni possono chiedere per la domanda di cittadinanza. Da FdI arriva poi l’emendamento identitario a firma del capogruppo Lucio Malan che sancisce che “le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d’Italia appartengono allo Stato, in nome del Popolo italiano”. Si tratta, peraltro, di un vecchio cavallo di battaglia del senatore Claudio Borghi, relatore della Lega alla Manovra che fa sapere di sostenere la proposta dei colleghi.
Anche le opposizioni avanzano le proprie proposte prioritarie puntando su quelle unitarie e chiedendo, anche, di destinare, maggioranza e opposizione, i 100 milioni del tesoretto a un’unica misura: in cima alla lista un fondo affitti. Tra i temi comuni nel centrosinistra anche gli enti locali per i quali le opposizioni chiedono più risorse, con Avs che in mattinata ha manifestato in piazza contro i tagli che li interessano. Il campo progressista spinge sul pacchetto unitario, ma ciascuno poi indica le proprie bandiere. Il M5S punta, ad esempio, sul Reddito di cura, mentre i Dem segnalano la digital tax e il taglio delle risorse per il Ponte sullo Stretto. Iv mette nelle priorità la start tax e il taglio dei fondi del protocollo Albania. Tra le proposte di Azione l’allargamento della platea dei beneficiari del taglio Irpef e una no tax area fino a 20mila euro per gli under 35. Avs, come annunciato, segnala due patrimoniali, quella che recepisce la proposta della Cgil e una a scaglioni di patrimonio sul modello spagnolo.
In Parlamento la tela degli emendamenti vede anche alcune cancellazioni. Nella scrematura delle proposte non passa la proposta di Fratelli d’Italia per lo stop alla proroga dell’innalzamento della tassa di soggiorno. Così come Noi Moderati non segnala il voucher di 1.500 euro per le famiglie con Isee sotto i 30mila euro per le scuole paritarie, da vedere se Forza Italia farà lo stesso.





