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Lavoro, l’occupazione in Italia cresce grazie agli anziani: ecco perché

Gli occupati a maggio hanno raggiunto quota 24,3 milioni che è il numero più alto registrato dal 2004, ovvero dall’inizio delle rilevazioni Istat. Sono 80mila occupati in più rispetto ad aprile e 408mila in più rispetto a maggio 2024. Ma a trainare l’occupazione è stata interamente la fascia d’età di lavoratori di 50 anni e più che ha fatto registrare +124mila occupati su base mensile e +572mila su base annua. Una delle conseguenze di questa forte presenza della fascia di lavoratori senior è che a crescere maggiormente sono gli occupati con rapporto di lavoro a tempo indeterminato (l’Istat lo definisce “permanente”) , che rinviano il pensionamento. Vediamo i fattori che hanno contribuito a questo fenomeno, accanto ai principali indicatori del mercato del lavoro di maggio. (Sole 24 Ore)

Rispetto ad aprile l’aumento di 80mila occupati registrato dall’Istat coinvolge uomini, donne, dipendenti permanenti (+67mila), autonomi (+17mila) e come già detto solo coloro che hanno almeno 50 anni d’età (+124mila). Tutte le altre fasce d’età fanno registrare un calo di occupati: – 6mila quella tra 15-24 anni, -29mila quella 25-34anni,- 8mila quella tra 35 e 49 anni. Tra aprile e maggio sono in lieve calo i dipendenti a termine (-4mila). Il tasso di occupazione sale al 62,9% (+0,2 punti su aprile). Nel contempo le persone in cerca di lavoro crescono di 113mila unità, la crescita riguarda entrambe le componenti di genere ed è diffusa in tutte le classi d’età. Il tasso di disoccupazione sale al 6,5% (+0,4 punti), quello giovanile al 21,6% (+1,7 punti). Il calo di 172mila unità degli inattivi coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età, il tasso di inattività scende al 32,6% (-0,5 punti).

Passando al confronto su base annua, il numero di occupati supera quello di maggio 2024 di 408mila unità, l’aumento riguarda uomini e donne. Gli occupati permanenti crescono di 388mila unità, quelli indipendenti aumentano di 175mila unità, gli occupati a termine calano di 155mila. Tra le fasce d’età aumentano gli occupati tra gli ultra 50enni (+572mila) e i 25-34enni (+3mila), a fronte di una diminuzione tra i 15-24enni (-47mila) e i 35-49enni (-120mila).

Rispetto a maggio 2024, si contano 15mila persone in più in cerca di lavoro e 320mila inattivi in meno. La crescita del numero di disoccupati non è automaticamente un dato negativo, perché può essere considerato anche un segnale di come molti scoraggiati hanno ripreso a cercare attivamente lavoro; peraltro ad aprile, in corrispondenza con le festività, molti di loro potevano aver sospeso la ricerca.

Si sofferma sul dato anagrafico Francesco Seghezzi, presidente di Adapt: «Negli ultimi dodici mesi emerge un dominio degli over 50, che sono anche l’unica fascia d’età per cui l’occupazione cresce a maggio rispetto ad aprile. Occorre interrogarsi sulle cause, legate ad una coda delle riforme pensionistiche che tengono al lavoro le persone per più anni, e sugli effetti di questo fenomeno per le imprese, in termini di innovazione e produttività».

Un altro fattore che ha contribuito alla crescita dello stock di occupati senior, è rappresentato dal cosiddetto “mismatch”, ovvero dalla difficoltà per le imprese di reperire le competenze ricercate sul mercato del lavoro, che fa optare spesso per il mantenimento del rapporto di lavoro con la popolazione di dipendenti più anziani. Che con maggiore frequenza è già contrattualizzata a tempo indeterminato.

C’è poi un aspetto legato alla demografia, e al progressivo invecchiamento della popolazione attiva che vede le coorti più giovani in età da lavoro ridursi numericamente negli anni. Un report di Adapt, su La grande e inedita crisi dell’offerta di lavoro, evidenzia come tra il 2013 e il 2023 la popolazione in età lavorativa (15-64 anni) si è ridotta di 1,6 milioni di unità, passando da 39,1 a 37,4 milioni. Nella fascia d’età 15-34 anni, nel periodo 2013-2023 il numero totale di giovani è passato da 12,9 a 12 milioni (-927mila) e il numero di adulti tra 35-49 anni è sceso di 2,6 milioni (passando da 14,2 a 11,6 milioni). Ma nello steso arco temporale gli over 50 sono cresciuti di 1,9 milioni di unità, da 11,8 a 13,7 milioni.

Allargando lo sguardo ai dati Eurostat, l’Italia con il 6,5% di senza lavoro a maggio resta leggermente sopra il tasso medio di disoccupazione dell’area Euro che è al 6,3%, e dell’Ue dove è al 5,9%. Per i giovani il nostro tasso di senza lavoro al 21,6% è ancora ben più alto sia del 14,8% dell’Ue che del 14,4% dell’area Euro. Per la disoccupazione giovanile siamo tra gli ultimi in classifica in Europa, così come per l’occupazione giovanile.

Redazione

 

 

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