Economia

Per il Made in Italy nuove prospettive nello scenario globale

Turismo, agricoltura e industria alimentare, manifattura – con un focus sulle filiere in crisi, dalla meccanica all’automotive fino alla chimica -, infrastrutture e trasporti, sport e nuove frontiere, tra cui il subacqueo, lo spazio e l’artico. Le declinazioni del made in Italy, dalle più storiche a quelle maggiormente innovative, sono al centro del palinsesto degli eventi del Festival dell’Economia di Trento dedicati all’ecosistema produttivo del nostro Paese. Dal 22 al 25 maggio si alternerà sui palchi della città una nutrita pattuglia di rappresentanti del governo, delle istituzioni e delle forze armate, del mondo accademico, delle aziende e della società civile per riflettere sulle sfide che l’industria italiana, e più in generale quella europea, deve affrontare nel nuovo scenario globale geopolitico ed economico. Vista la crucialità del tema, sono stati chiamati a intervenire i massimi livelli decisionali del Paese, per cercare insieme di tracciare qualche risposta. (Sole 24 Ore)

L’orizzonte di guerra commerciale aperto con i dazi annunciati e imposti dall’amministrazione del presidente americano Donald Trump impone un’ulteriore analisi sulla strada che il nostro Paese, dentro l’Ue, vuole percorrere. Se da un lato si sottolinea l’opportunità di disegnare strategie di sostegno al made in Italy, valorizzandone la qualità e la capacità di essere apprezzato all’estero, dall’altra c’è la consapevolezza che il ripensamento deve essere per alcuni versi condiviso a livello europeo.

Rimane centrale il tema della competitività della nostra industria che comprende vari aspetti, dalle esigenze e dai costi legati alla transizione energetica alla possibilità di stare al passo con le nuove tecnologie, fino alla capacità di rispondere a player emergenti nei mercati globali. Legato a questo c’è un altro pilastro fondamentale, quello dell’innovazione di cui sono portatrici le imprese: una dinamica capace di aprire nuovi orizzonti sia geografici che di contenuti, ma che ha da sempre bisogno di supporti, sia di visione – di politica economica e industriale – sia finanziari. In questo contesto rimane fondamentale, soprattutto in un Paese di piccoli centri e grandi eccellenze come l’Italia, la spinta che proviene dai territori e il loro governo, chiamato a promuovere le vocazioni locali pur in uno scenario internazionale. Tanto più in un momento di ripensamento delle catene globali del valore e dei fornitori.

Redazione

 

 

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