Economia

Moneta digitale della banca centrale: impatto sulle banche italiane “gestibile” per la raccolta e “limitato” sulla redditività

La moneta della Banca centrale europea in forma digitale, il cosiddetto “euro digitale”, non metterà in difficoltà le banche italiane, né nella raccolta e nella gestione della liquidità né nella tenuta della redditività e della stabilità, ma anzi rappresenterà un’opportunità per gli intermediari finanziari per aumentare la gamma dei servizi offerti alla clientela privata e alle imprese. (Il Sole 24Ore)

Sempreché la moneta digitale della Bce, quando vedrà la luce, confermerà alcune delle principali caratteristiche per ora attese: sarà uno strumento di pagamento anche tramite wallet e mai uno strumento d’investimento, non darà una remunerazione come le banconote, potrà essere detenuta dalle persone fisiche in depositi ad hoc presso gli intermediari finanziari ma per importi molto limitati e prefissati, utilizzerà sempre le banche come intermediari tra la Bce e gli utilizzatori finali, nascerà in un contesto di ampia liquidità.

E’ quanto emerge dalle simulazioni di uno studio pubblicato oggi dalla Banca d’Italia nella collana “Questioni di economia e finanza” sulla CBDC (Central Bank Digital Currency) e il sistema bancario.

Il paper, a firma di Simone Auer, Nicola Branzoli, Giuseppe Ferrero, Antonio Ilari, Francesco Palazzo e Edoardo Rainone, giunge a due conclusioni importanti.

La prima è che gli effetti dell’€-digitale sulla raccolta delle banche italiane sarebbero complessivamente «gestibili» se la sua emissione comportasse una riduzione dei depositi al dettaglio relativamente contenuta data l’ampia disponibilità di attività liquide. In questo caso, le banche potrebbero finanziare la maggior parte del calo della raccolta al dettaglio con riserve e finanziamenti a breve termine garantiti.

La seconda afferma che a riduzione della redditività delle banche sarebbe limitata, e simile tra gli intermediari, se il deflusso di depositi fosse di entità relativamente contenuta. L’impatto sulla redditività sarebbe maggiore per gli intermediari con contenuti buffer di liquidità: questi intermediari, infatti, a fronte della riduzione dei depositi dovrebbero ricorrere all’emissione di titoli di debito a lungo termine, maggiormente costosi.

Redazione

 

 

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