Economia

Autostrade, Aspi accelera sulle opere strategiche: nel 2024 lavori per 1,4 miliardi

Autostrade per l’Italia (Aspi) accelera nei lavori di potenziamento e ammodernamento della rete di sua competenza, circa 3mila chilometri a pedaggio sugli oltre 6mila che formano la rete autostradale nazionale. Nel corso del 2023, il gruppo guidato dall’amministratore delegato Roberto Tomasi ha investito, nelle attività di ammodernamento, allargamento delle infrastrutture esistenti e nella realizzazione di nuove opere, oltre 1,1 miliardi di euro. Per il 2024, spiegano fonti del gruppo, è previsto un incremento di circa il 30% di risorse, per salire a 1,4 miliardi. E nelle previsioni di spesa per l’anno prossimo sono comprese le fasi iniziali dei lavori di quattro tratti strategici: riqualificazione Barberino-Calenzano (A1), ampliamento alla quarta corsia Milano Sud-Lodi (A1), tangenziale di Modena (A1), bretelle di Pesaro (A14). (Sole 24 Ore)

Sono infrastrutture per un valore complessivo di quasi un miliardo di euro, che muoveranno i primi passi grazie a uno sforzo corale senza precedenti che il gruppo Aspi ha compiuto in questi mesi. Nel mese di novembre, a soli 90 giorni dal decreto asset strategici (Dl 10 agosto 2023, n. 104), Aspi consegnerà al ministero Infrastrutture e Trasporti (Mit) per l’approvazione definitiva questi primi 4 progetti esecutivi, già aggiornati e verificati in base alle disposizioni del decreto asset. Altri 5 progetti potranno essere inviati al Mit per l’ultimo passaggio autorizzativo tra fine 2023 e il primo trimestre del 2024 e i restanti 3 entro la fine del 2024.

L’allegato 2 del decreto aiuti quater di fine 2022 aveva riconosciuto la strategicità per il Paese delle 12 nuove opere principali previste dal piano industriale di Aspi. Oltre alle 4 già citate, ci sono tra le altre: i lotti 1 e 2 della Firenze Pistoia (A11); il passante di Bologna; la Gronda di Genova; la Bologna-Ferrara (A13). Successivamente, per agevolarne la realizzazione, il decreto asset ha previsto la valutazione tecnica, propedeutica all’approvazione definitiva, da parte di organismi di controllo accreditati, affinché i singoli progetti siano conformi alle normative vigenti.

Il gruppo Aspi ha deciso così di stringere i tempi. La consegna a breve dei primi 4 progetti esecutivi è frutto della sinergia tra le varie aziende del gruppo. Oltre alla capogruppo, sono impegnate nella messa a terra del piano: per la progettazione, Tecne, seconda azienda d’ingegneria in Italia per numero di persone, e Amplia, tra le prime aziende di costruzioni a livello nazionale. Proprio Amplia, nell’ambito del piano di riqualifica del tratto della A1 tra Barberino e Calenzano, uno dei progetti a essere consegnato al Mit a novembre, ha effettuato nei giorni scorsi la demolizione attraverso l’uso di esplosivi dell’impalcato del viadotto Torraccia Sud, situato sull’originaria carreggiata dell’Autostrada del Sole. L’ammodernamento del viadotto Torraccia rientra infatti nel più ampio piano di riqualifica della carreggiata Nord con tempi di esecuzione stimati in 40 mesi.

Tutti questi interventi sono parte del piano industriale di Autostrade per l’Italia che prevede, negli anni a venire, investimenti per oltre 21,5 miliardi. Più volte l’ad Tomasi ricorda, lo ha fatto di recente sia all’inaugurazione della quarta corsia dinamica tra Cormano e Viale Certosa lungo il tratto urbano della A4 nel nodo di Milano, sia all’apertura della quinta corsia della A8 Milano Laghi, che la rete autostradale italiana in numerosi punti risale agli anni 60-70 e necessita di interventi urgenti. Al calo e poi alla risalita dei traffici autostradali, che ha caratterizzato il periodo della pandemia, ha fatto seguito una ripresa dei traffici, relativa soprattutto ai mezzi pesanti, più marcata rispetto a quella delle autovetture. Pertanto, è facile ipotizzare che l’incidenza del traffico pesante sulla rete autostradale aumenterà ulteriormente nel prossimo futuro. È necessario, secondo Aspi, dotare i nodi nevralgici della rete della capacità adeguata. L’obiettivo di Aspi è allungare la vita utile del patrimonio infrastrutturale di ulteriori 50 anni. Intanto, solo nel 2023 sono più di 60 i viadotti maggiori su cui è stato completato il piano di ammodernamento.

Redazione

 

 

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