Economia

La Cina aumenta la sua presa sul rame: nel 2023 quota del 45% della produzione globale

La Cina sta vivendo una vertiginosa espansione dell’industria del rame: un fenomeno che sta rimodellando i flussi globali di un metallo essenziale per la transizione energetica mondiale. Del resto la presa cinese sulla fornitura di altri “metalli verdi” come il litio, il cobalto e il nichel, utilizzati nelle batterie dei veicoli elettrici, ha già spinto i governi occidentali verso catene di approvvigionamento separate. Nel frattempo, la produzione cinese di rame raffinato – e la sua quota sulla produzione mondiale – va verso un record dopo costruzione di nuove fonderie. (Sole 24 Ore)

Il rapido aumento della capacità porta una nuova dinamica in un mercato che per 20 anni è stato guidato in gran parte da quanto gli acquirenti cinesi sono disposti a pagare. Il paese importerà ancora quantità crescenti di rame, ma più come minerale piuttosto che come metallo raffinato.


«Come tutti i paesi, la Cina vede un bisogno strategico di rame, in particolare ora con la crescita delle applicazioni di energia verde, e la Cina, come altri paesi, vuole garantirsi l’autosufficienza», ha affermato a Bloomberg Craig Lang, analista di CRU Group. Secondo CRU, quest’anno la Cina rappresenterà circa il 45% della produzione globale di rame raffinato. CRU prevede che la domanda di rame in Cina cresca del 5% quest’anno, mentre Goldman Sachs Group Inc. ha indicato il rame come una delle principali materie prime da scegliere per il prossimo anno in un «robusto contesto di domanda verde».

Secondo Carlos Risopatron, direttore economico dell’International Copper Study Group, la capacità di fusione del rame della Cina aumenterà di un altro 45% entro il 2027, rappresentando il 61% dei nuovi impianti previsti in tutto il mondo in quel periodo.

Redazione

 

 

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