Economia

Snam aumenta gli investimenti a 11,5 miliardi entro il 2027

Il nuovo piano 2023-2027 di Snam, società di infrastrutture energetiche quotata su Euronext Milan, prevede 11,5 miliardi di euro di investimenti totali con un incremento del 15% rispetto al piano 2022-2026. (ANSA)

Scendendo nei dettagli, allo sviluppo sostenibile delle infrastrutture sono destinati 10,3 miliardi di euro, in particolare: 7,4 miliardi di euro dedicati al trasporto, compresi gli investimenti relativi al potenziamento della Dorsale Adriatica, la sostituzione di circa 900 km di rete, la costruzione di stazioni di compressione dual fuel, le opere di collegamento con le FSRU e gli impianti di biometano; 1,4 miliardi di euro per l’ampliamento e l’upgrade dei siti di stoccaggio; 1,5 miliardi di euro destinati al GNL, con un aumento riconducibile alla messa in esercizio della FSRU di Ravenna, al ricollocamento della FSRU di Piombino, ai relativi investimenti infrastrutturali e alla realizzazione delle infrastrutture small-scale nel Nord e nel Sud Italia.

Gli investimenti nei business della transizione energetica ammontano a 1,2 miliardi di euro. In particolare, per il biometano sono previsti 400 milioni di euro: attraverso la controllata Bioenerys, circa 400 milioni di investimenti sono dedicati alla messa in esercizio di impianti per raggiungere una capacità complessiva di 80 MW e una produzione attesa pari a circa 135 milioni di metri cubi l’anno entro il 2027. In questo segmento di business, il gruppo svolge un duplice ruolo: da un lato, facilita le interconnessioni degli impianti alla rete e, dall’altro, sviluppa e realizza impianti con un focus che va dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani a quello, sempre più strategico, delle materie prime agricole. Alla fine del 2023, il gruppo già vanta una solida piattaforma di 40 impianti in esercizio con circa 41 MW di capacità di biometano e biogas, rafforzando il proprio ruolo di operatore di primo piano su scala industriale.

Sempre nell’ambito della transizione energetica, 350 milioni di euro sono destinati alla CCS (Carbon Capture and Storage). Allo sviluppo dell’infrastruttura per il trasporto e lo stoccaggio della CO2 si destinano circa 350 milioni di euro di investimenti nell’arco di piano, in forza del ruolo di Snam quale operatore leader in Europa nel trasporto e nello stoccaggio di molecole. A dicembre 2022 Snam ha sottoscritto un accordo con Eni per lanciare il primo progetto di CCS in Italia che nella sua fase 1, al via nei prossimi mesi, prevede la cattura della CO2 dell’impianto Eni di Casalborsetti e l’iniezione in un giacimento esaurito nel mare Adriatico. Anche grazie allo sviluppo della fase 2, aperta ai soggetti industriali emettitori, il progetto Ravenna CCS è destinato a diventare il più importante nell’area del Mediterraneo, forte di giacimenti con una capacità totale di 500 milioni di tonnellate. Incluso nella più recente lista PCI pubblicata dalla Commissione Europea, Ravenna CCS consentirà di decarbonizzare entro il 2030 una porzione significativa delle industrie hard to abate in Italia.

Redazione

 

 

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