Internazionale

Gurría: ‘Non si può discutere all’infinito in una pandemia. Occorre agire’

Angel Gurría, ex ministro degli Esteri e delle Finanze del Messico e da 14 anni alla guida dell’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, pensa che il dibattito sia fondamentale per risolvere questioni urgenti, ma non può andare avanti all’infinito. “I leader degli Stati devono proteggere i loro cittadini, sono eletti per questo. Devono essere chiari sulle loro decisioni e priorità dopo aver ascoltato la scienza e l’economia. La discussione è essenziale, ma non si può discutere all’infinito in una pandemia. Occorre agire. Se impieghiamo troppo tempo, gli eventi ci travolgeranno”, sostiene a Repubblica.

In Europa la seconda andata è arrivata, portando con sé dure conseguenze per l’economia. In Asia, dove è nato il Covid, però, la situazione sembra essere decisamente migliorata: meno impennate di casi, ma soprattutto un’economia che ha ripreso a girare. “Prima di tutto, il primo lockdown è stato lungo e rigoroso. Inoltre, lì si punta molto sulla tecnologia e si perseguono strategie coerenti a base di test, monitoraggi e isolamento”, afferma Gurría.

In Italia e in Europa si è speso troppo tempo in dibattito politico, la priorità deve essere quella di combattere il virus. “Tutto questo ha a che vedere con l’uso della tecnologia, ma anche con ragioni politiche. Nelle società degli Stati Uniti e dell’Europa è più difficile trovare un equilibrio. Si sta costruendo un inesistente dilemma tra salute e benessere economico – continua Gurría – Non si tratta di scegliere tra virus e benessere. È necessario attaccare il virus, colpire il virus, distruggere il virus! Prima lo si riesce a fare, minori saranno le conseguenze economiche e sociali. In Asia si è discusso meno che negli Stati Uniti e nei Paesi europei”.

I paesi asiatici inoltre non hanno messo in discussione le normative date dai Governi. C’è stato dibattito, ma alla fine si è presa una decisione accettata da tutti. È fondamentale per l’ex Ministro avere fiducia nei leader che sono stati eletti e scelti a capo del paese.

Altro fattore che ha aiutato i paesi asiatici a gestire meglio l’emergenza sanitaria è la loro passata esperienza con altri virus. “In Asia c’era già stata la Sars. Questi Paesi sapevano cosa significava una pandemia, cosa significava combattere un virus. Inoltre ci sono Paesi in cui la gente si fida dei leader politici. Se le si chiede di adottare le misure necessarie, lo fa e i risultati sono migliori. Dovrebbe essere una lezione per tutti quelli che credono che la nostra libertà sia in pericolo a causa dei provvedimenti per fronteggiare il coronavirus. Non si tratta della libertà! Queste persone mettono in pericolo la salute altrui perché sono irresponsabili. Mi riferisco – conclude Gurría – ai dibattiti sull’opportunità o meno di vaccinarsi. Come possiamo anche solo permettere una cosa del genere? È una sfida che dovremo affrontare nei prossimi mesi”.

Redazione

 

 

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