L’amministratore delegato del gruppo farmaceutico Chiesi, Ugo Di Francesco, ha commentato i risultati raggiunti dalla società nel 2021 e ha fatto il punto sulle prospettive che aspettano Chiesi nel 2022.
“Dopo gli ottimi risultati dell’anno scorso, il primo trimestre è in linea con le nostre attese. Ora stiamo osservando quello che accade, sia riguardo all’evoluzione geopolitica che ai costi dell’energia, delle materie prime e di alcuni componenti, oltre all’impatto dell’inflazione” ha commentato Di Francesco al Corriere della Sera.
La società, con sede a Parma ma con 30 filiali in tutto il mondo, deve fare i conti con gli ostacoli della crisi energetica: “Non siamo immuni, tuttavia, dal 2018 siamo una benefit company e dal 2019 la più grande azienda farmaceutica al mondo certificata come B corp. Questo ci ha permesso di anticipare il problema: il tema della sostenibilità è parte del nostro statuto e siamo già organizzati e strutturati in questo senso. Il nostro nuovo quartier generale è tra i pochi edifici al mondo certificato a emissioni zero nette”.
E sulle materie prime: “Abbiamo giocato d’anticipo. La nostra filiale in Cina, guidata da italiani, ci ha fatto subito capire che la situazione era ben più grave. Così abbiamo cominciato ad anticipare forniture di principi attivi, dall’Asia. Oggi però ci colpisce l’aumento dei prezzi di materie prime come l’alluminio, che usiamo per confezionare i blister dei farmaci”.
A preoccupare maggiormente, l’inflazione: “Il rincaro dei prezzi era atteso, ma non a questi livelli. Le aziende devono abituarsi a gestire più volatilità, diventare più abili e flessibili nel programmare il futuro”.
Tuttavia, conclude Di Francesco: “Chiesi e un’azienda con una posizione finanziaria netta molto positiva, nel 2021 la nostra cassa è aumentata di oltre 500 milioni. Abbiamo obiettivi di espansione globale e siamo aperti a nuove acquisizioni, se troviamo l’opportunità giusta”.
