L’occupazione oltre le stime fa temere un nuovo aumento dei tassi di interesse. Seduta all’insegna delle vendite sulle principali piazze finanziarie. Milano in chiusura è peggiorata ed è sprofondata del 2,53%. Male anche le altre Borse europee con il Cac40 in rosso del 3,30%, il Dax sotto del 2,73% e l’EuroStoxx50 giù del 3%. Londra ha terminato in ribasso del 2,17%. (La Stampa)
I settori più penalizzati durante la seduti sono stati i viaggi, il real estate, il lusso e le materie di base con perdite sopra il -2,50%. Anche Wall Street è stata colpita dal nuovo nervosismo con il Dow Jones in perdita dell’1,3% poco dopo le 18.30 mentre il Nasdaq cedeva un punto percentuale.
A spaventare gli investitori sono stati i dati sul lavoro Usa, risultati molto positivi. La paura degli operatori adesso è che la Fed, la Banca centrale americana, possa di nuovo incrementare i tassi. In dubbio è quindi l’ipotesi di una pausa nella politica monetaria restrittiva come nelle attese dei money manager.
Dopo un primo semestre di rialzi con incrementi di alcuni indici come il Dax di quasi il 15% i primi giorni della seconda metà dell’anno sono stati finora fiacchi. Il mercato del lavoro statunitense ha sorpreso per la sua resilienza e ha aperto la strada a decisioni più rigide sui tassi di interesse da parte della Fed. Gli occupati nel settore privato hanno registrato un sorprendente incremento a 497mila unità a giugno. E’ il dato più alto dal febbraio di un anno fa. Il consensus si aspettava un calo a +225.000 dal precedente +278.000 di maggio.
Inoltre, i verbali della riunione di giugno della Federal Reserve statunitense hanno mostrato che il mercato dovrà prepararsi a un aumento dei tassi di interesse ancora per un po’. Dopo la pausa del mese scorso, la Fed ha segnalato ulteriori rialzi nel 2023 e la maggioranza del board è addirittura favorevole ad almeno altri due aumenti quest’anno. La Fed rimane molto attenta all’andamento dell’inflazione.
