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Starace (Enel): “In Ue puntare su bus elettrici e pannelli fotovoltaici”

“Penso si tratti di riordinare, asciugare e prioritizzare il materiale che esiste. Per quanto vediamo si sta andando in questa direzione, per rimettere in fila le cose e ristabilire un ordine ben definito tra gli impegni che si possono assumere nell’immediato, distinguendoli dai progetti che hanno bisogno di tempo per essere attuati”, così l’amministratore delegato del gruppo Enel Francesco Starace spiega la mission del Governo che entro aprile dovrà consegnare il Piano nazionale di ripresa e resilienza a Bruxelles.

L’ad passa in rassegna, in un dialogo al Sole 24 Ore, alcuni dei temi più importanti del Recovery Plan sul fronte transizione ecologica, a partire dalle reti elettriche e dalle energie rinnovabili: “In questo settore esiste una base industriale forte, un numero di sviluppatori straordinario che ora sono frustrati dalla lentezza; in questo caso si tratta di eliminare vincoli e non di stimolare l’offerta di progetti”.

Un settore su cui investire e dove, al contrario, manca la domanda è quello dell’elettrificazione del trasporto locale e della sostituzione dei 60mila autobus in Italia con mezzi meno inquinanti: “Senza un input del governo la domanda, e cioè la spinta che muove gli investitori, non partirà mai. Per questo motivo abbiamo proposto al nuovo governo di inserire un obiettivo vincolante nel Pnrr: come ad esempio dei target di percentuale del parco circolante in elettrico. Se un imprenditore sa che nell’arco di 10 anni andranno cambiati 10-20 mila autobus è motivato a investire. È il classico “business case”. C’è ora una grande opportunità per far crescere un’industria e una filiera: in Europa non esiste un’industria di autobus elettrici. Il campo è quindi aperto a chi fornisce un indirizzo di politica industriale più chiaro e più a lungo termine”.

Un altro fronte importante della filiera è quello dei pannelli fotovoltaici, che per ora sono prodotti in gran parte in Cina. “La nostra fabbrica di Catania – spiega l’ad del Gruppo Enel – che oggi ha una capacità produttiva di 200 megawatt all’anno, è la più grande in Europa. Con l’accelerazione del Recovery Plan possiamo portare la produzione fino a 3 mila megawatt, dei quali più della metà soddisferà il fabbisogno del nostro gruppo a livello globale. Ci vuole il coraggio di sviluppare questa imprenditorialità. Ritengo che l’Europa farebbe bene a sostenere questo processo: dopo tutto quello che è successo nel 2020, penso che si debba cominciare a ragionare sul fatto che un certo tipo di produzioni strategiche è bene averle nella Ue”.

Un altro punto del Recovery Plan è il superbonus al 110%: “Gli interventi sugli edifici sono una materia molto complessa. Ma questo è uno strumento molto potente, incisivo e utile ad ammodernare l’edilizia privata italiana. Dovrebbe essere esteso nel tempo, perché altrimenti va perso tutto lo sforzo che servirà perché la filiera e gli operatori mandino a regime il meccanismo. Dovrebbe andare avanti come minimo fino al 2024-2025”.

Redazione

 

 

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