Internazionale

La dissidente Alinejad: gli 007 iraniani volevano rapirla e riportarla in patria

Alinejad è una giornalista iraniana, che vive negli Stati Uniti, ed è una delle più note dissidenti all’estero. Stava per essere vittima di un rapimento messo in piedi ad hoc per riportarla in patria. Il motivo? Sono tante le battaglie che ha portato avanti negli anni: la pagina Facebook “My Stealthy Freedom” (la mia libertà furtiva) creata nel 2014, ha spinto le donne iraniane a togliersi il velo, ma di nascosto per non farsi arrestare; ha poi introdotto i “mercoledì bianchi”, giorno in cui ciascuna indossa un hijab di colore diverso. Ha rilanciato pubblicamente la protesta di una ragazza di nome Vida, che in Via della Rivoluzione a Teheran si tolse il velo pubblicamente e lo sventolò in segno di sfida.

Sono stati arrestati quattro uomini, membri di una presunta rete di spionaggio, che volevamo portarla in Venezuela, via mare da Brooklyn, e da là farla tornare in Iran. È quanto emerso dalle carte processuali rese pubbliche da un tribunale federale di New York. I quattro avevano già provato a convincere i suoi familiari a farla andare in un Paese del Medio Oriente per poterla rapire tramite gli agenti iraniani.

L’Fbi ha avvertito la donna otto mesi fa del tentativo di rapirla, risalente al giugno 2020. Il capo dell’Fbi di New York ha dichiarato che sembra “il copione di un film” e che il gruppo di spie ha agito con “l’appoggio del governo iraniano”. Sarebbe stata assunta un’agenzia investigativa per sorvegliarla, con la scusa, finta, che uno dei suoi amici era ricercato a Dubai per evasione. Inoltre, gli uomini avrebbero già fatto ricerche su motoscafi militari o traiettorie per il viaggio. Da Teheran le accuse vengono smentite e definire “ridicole”.

Redazione

 

 

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