Internazionale

Ue, non c’è l’accordo sul clima. La Polonia guida il fronte Europa dell’Est contro il Green Deal

Non è stato raggiunto l’accordo sul clima in Europa. L’obiettivo dell’Ue è quello di ridurre le emissioni, con target specifici al 2030 e al 2050. Ciò sarà possibile solo con l’impegno di ogni Paese che avrà quindi dei vincoli da rispettare.

Come spiega La Stampa, la riduzione delle emissioni nocive sarà richiesta ad ogni Stato in base al Pil pro-capite: ai paesi più ricchi sarà richiesto uno sforzo maggiore. Questo strumento si applicherà al 60% delle emissioni nocive prodotte dall’Ue, che sono relative ai settori del trasporto stradale, del riscaldamento delle abitazioni, dell’agricoltura, della piccola industria e dei rifiuti.

In base a questo criterio, gli Stati più avvantaggiati sono Bulgaria, Romania, Lettonia, Romania e Ungheria. Non tutti i Paesi si sono detti d’accordo e anche Draghi ha chiesto di rivedere i parametri, basati sul Pil del 2013.

Tra gli oppositori vi è principalmente l’Europa dell’Est guidata dalla Polonia: chiedono compensazioni economiche per rispettare i vincoli chiesti dall’Europa. Dall’altra parte, i Paesi più ricchi chiedono una maggiore cooperazione e condivisione degli sforzi.

L’esecutivo europeo dovrà redigere una nuova proposta che sarà affrontata dal Consiglio il 14 giugno: nel nuovo documento potrebbe esserci anche un ampliamento del sistema per lo scambio di quote di emissioni ETS, secondo cui chi inquina di più, paga. Attualmente riguarda il 40% delle emissioni prodotte in Europa, relative al trasporto aereo nel territorio Ue, alla produzione di energia elettrica e ai settori industriali ad alta intensità. L’idea della von der Leyen è di estenderlo anche all’industria automobilistica e al settore delle costruzioni.

Redazione

 

 

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