Attualità e politica

Muti: “I nostri musicisti piangono, le belle parole se le porta il vento”

“I nostri musicisti sono il vanto del nostro teatro nel mondo ma ora piangono per tanti motivi. Parlo di ragazze e ragazzi letteralmente alla fame, persone che studiano nei nostri conservatori e ricordo che ancora ci sono regioni in cui non c’è un’orchestra o un teatro, e tutto questo in Italia, il Paese della musica. Chi pensa ad esempio ora alle bande che sono un vanto dell’Italia del Sud?”, se lo chiede il direttore d’orchestra Riccardo Muti intervenendo al Teatro Massimo di Palermo al convegno “Sud – Progetti per ripartire”.

C’è bisogno di “un governante sapiente, che si prenda cura dell’immenso valore del Made in Italy culturale”, ha affermato.

Come racconta La Stampa, Muti ha recriminato che in Italia la musica venga associata unicamente al pop: “Mai un accenno alla musica con la ‘M’ maiuscola, che i ragazzi studiano con sacrificio nei conservatori italiani e che poi non trovano lavoro. Non dimentichiamo che la gloria della nostra Italia è fatta dai nostri musicisti e maestranze che sono abbandonati. Me ne accorgo anche dall’estero, da Chicago, dove dirigo l’orchestra. Dai teatri del sud si deve e si può ripartire, creare nuove orchestre, perché la musica fa miracoli ed è un dono da fare a tutti”.

“Diamo attenzione a questa terra estremamente colta e che attende giustizia. Alcune delle glorie del nostro passato che ci fanno rispettare in tutto il mondo sono i musicisti, i coristi, i tecnici che sono abbandonati, una vergogna internazionale. Le belle parole se le porta il vento e non bastano più”, ha concluso il Direttore.

Redazione

 

 

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