Attualità e politica

Il Mef al lavoro sul Recovery Plan: eliminati 14 miliardi di progetti

È cominciata la riscrittura del Recovery Plan lasciato in eredità dal governo Conte due. Draghi ha stabilito che la cabina di regia è in mano al ministro dell’Economia dopo che la proposta dell’avvocato di una task force di sei manager e trecento esperti è sfumata. E così è subito partito un repulisti di tutti i progetti che eccedono i 209 miliardi messi a disposizione dall’Europa.

Come racconta Repubblica, il governo Conte aveva infatti inserito un numero maggiore di progetti per ovviare all’eventuale bocciatura da parte della Commissione di alcune idee. Erano state inserite iniziative per un totale di 223,9 miliardi, con 14,4 miliardi in più.

Eliminando i progetti aggiuntivi, si evita il rischio che, qualora Bruxelles approvasse tutti i piani, il governo dovrebbe poi sopperire per la parte eccedente, mandando in deficit le casse dello Stato.

Allo studio del Recovery Plan, ci sono il Ragioniere generale Biagio Mazzotta, il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera e il capo della segreteria tecnica del ministro. Il coordinatore sarà Carmine Di Nuzzo, ispettore della Ragioneria generale, che ha già lavorato per ben sette anni con Franco al Tesoro.

Il team di economisti si confronterà anche con gli altri ministeri coinvolti, tra cui Transizione ecologica, Innovazione tecnologica, Sviluppo, Lavoro, Istruzione e Politiche giovanili.

Le sei missioni del Recovery verranno confermate e si lavorerà per la riforma fiscale, della pubblica amministrazione e della giustizia. Verranno dettagliati meglio il cronoprogramma, gli obiettiva e la stima dei costi.

Redazione

 

 

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