Attualità e politica

I dossier bloccati dallo stallo politico

Il governo Conte è entrato in crisi quando alcuni dossier strategici erano in procinto di essere finalizzati e con le vicende che si stanno susseguendo rischiano di rimanere bloccati.

Tra questi il nodo Mps-Unicredit. La banca senese dovrà far sapere il prossimo 28 gennaio di quanto è a corto di capitale. Già quattro anni fa ha ricevuto aiuti per 5,5 miliardi di euro e ora il Tesoro dovrebbe intervenire in qualità di azionista maggioritario (64%). Unicredit ha pensato ad un pacchetto di agevolazioni per rilevare la banca, ma il dossier è sospeso in attesa della nomina del nuovo ad.

Come racconta Repubblica, un altro nodo è quello della rete unica. Lo scorso 31 agosto Cdp e Telecom Italia hanno firmato un memorandum per la nascita di una rete unica. Cdp è azionista sia di Telecom (9,9%) sia di Open Fiber, al 50% insieme ad Enel. Entro giugno l’azienda capitanata da Francesco Starace dovrebbe finalizzare la vendita delle sue quote al fondo australiano Macquarie. Il premier Conte, il ministro del Tesoro e quello dello Sviluppo economico hanno approvato l’integrazione tra Tim e Open Fiber per dare vita ad una infrastruttura moderna. Ipotesi che però non ha trovato l’appoggio di Matteo Salvini e Giorgia Meloni che temono un monopolio da parte di Tim.

Un altro dossier in stallo è quello di Autostrade: a febbraio dovrebbe arrivare l’offerta congiunta di Cdp con i fondi esteri Blackstone e Macquarie per rilevare l’88% di Aspi e sancire l’uscita della famiglia Benetton. Se l’offerta non verrà accettata, potrebbe esserci la scissione di Aspi e la quotazione in Borsa. Ma tutto dipenderà dall’approvazione del Piano economico finanziario da parte del Cipe e della Corte dei Conti.

C’è poi il caso della nuova Alitalia, chiamata Ita, il cui piano industriale è all’esame delle Commissioni parlamentari. Bruxelles dovrà dare il benestare ai 3 miliardi promessi dal governo per il rilancio.

Infine, l’ultimo dossier è quello dell’Ex Ilva, tornata dallo scorso dicembre nelle mani dello Stato. Entro il 10 febbraio l’Antitrust europeo dovrà dare l’ok per l’Ilva pubblico-privata.

Redazione

 

 

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