Attualità e politica

Il ministro Lamorgese riconosce il fallimento del piano Ue sui migranti

“Il patto europeo su immigrazione e asilo è un progetto ambizioso, che però presenta delle criticità”, ad affermarlo è il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Lo ha dichiarato ieri in un’audizione informale in videoconferenza con la Commissione Politiche dell’Unione Europea del Senato.

Il Ministro ha tenuto a specificare che prima dell’accordo di Malta erano state ricollocate solo 125 persone, successivamente con un maggior impegno di tutti gli stati membri, sono diventate 920, ma il Covid ha imposto una battuta d’arresto. È proprio un documento della Commissione Europea ad aver fatto emergere, infatti, che la ricollocazione volontaria dall’Italia era stata minore dispetto a quella di Malta: 1.079 contro 1.179.

Il titolare del Viminale ha quindi chiesto un approccio differente e un maggiore impegno dagli altri paesi europei: “Il meccanismo di redistribuzione dei migranti tra i vari Paesi europei non dovrebbe prescindere da una quota minima obbligatoria, almeno per quelli sbarcati dopo interventi di ricerca e soccorso in mare”, come racconta Il Giornale.

Alla luce dell’aumento degli immigrati arrivati sulle coste italiane, circa il triplo rispetto allo scorso anno, anche la Lamorgese sembra aver capito il flop della sua gestione. Gli ha fatto eco il deputato leghista Nicola Molteni che ha affermato: “L’accordo di Malta sappiamo che è un totale fallimento, mai condiviso né mai ratificato a livello Ue, ma ad oggi l’unica distribuzione dei clandestini avviene nel territorio italiano. Non c’è la rotazione dei porti a livello Ue, ruotano solo i porti italiani e gli sbarchi sono triplicati (oltre 34mila nel 2020) e segnano il totale fallimento nella politica di gestione dei flussi da parte del governo anche a causa della cancellazione dei decreti Salvini”.

Redazione

 

 

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