Internazionale

Hong Kong paralizza il dissenso: arrestati 53 oppositori

53 esponenti del fronte democratico di Hong Kong sono stati arrestati. Tra loro, 15 ex parlamentari dell’opposizione; 15 candidati delle primarie democratiche; professori universitari; attivisti e anche un avvocato americano. L’accusa è di sovversione, punibile, con l’entrata in vigore della legge sulla sicurezza nazionale, con un periodo di carcere che va dai dieci anni fino all’ergastolo.

John Lee Ka-chiu, segretario alla Sicurezza di Hong Kong, ha dichiarato che gli arrestati stavano lavorando ad un progetto eversivo, per ottenere 35 seggi al Legislative Council e bloccare l’attività del governo. E così qualsiasi forma di opposizione viene paralizzata dal governo.

Come racconta il Corriere della Sera, Hong Kong era stata restituita dal Regno Unito alla Cina nel 1997 con l’accordo di un sistema semi-libero e un parlamento semi-democratico fino al 2047. Ma evidentemente le promesse non sono state rispettate. A essere stati arrestati sono i candidati alle primarie democratiche in vista del rinnovo del Legislative Council. Questo era previsto per il 6 settembre 2020 ma rinviato di un anno ufficialmente per l’emergenza sanitaria. Nel mentre gli esponenti democratici, che alle elezioni del 2016, avevano ottenuto ben 29 seggi nell’assemblea, venivano mano a mano espulsi per mancanza di patriottismo fino a che i 14 superstiti avevano proclamato una dimissione di massa.

Tra gli arresti di ieri c’è anche un avvocato americano dello studio legale Ho Tse Wai & Partners, che difende diversi esponenti dell’opposizione.

Dal giugno del 2019 sono stati arrestati 10.300 hongkonghesi, di cui 2.839 per sommossa, danneggiamenti, assembramenti non autorizzati. Da luglio 2020 sono state incarcerate altre 90 persone.

Redazione

 

 

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