Internazionale

‘Sistema efficiente e digitalizzato’: così la vaccinazione ha funzionato in Israele

“Bisogna disporre di un sistema socio-sanitario pubblico strutturato sul territorio, efficiente ed organizzato”, questa la chiave del successo della campagna di vaccinazione di Israele secondo il dottor Enrico Mairov che ha lavorato al ministero della Sanità israeliano e alla Regione Lombardia.

“Fondamentale è l’efficienza di Klalit, Maccabi, Meuhedet e Leumit le quattro grandi aziende sanitarie che – pur essendo pubbliche e dando lavoro a 45mila persone – vengono gestite con le regole del privato ovvero privilegiando competizione, meritocrazia e risultati. Senza quella struttura non sarebbe stato possibile vaccinare 150mila persone al giorno”, continua Mairov a Il Giornale.

La solidarietà degli israeliani ha poi giocato un ruolo importante. “Certo la solidarietà è estremamente diffusa e la gente è addestrata a vivere nelle emergenze. Quando si è deciso di combattere il virus e sconfiggerlo con l’arma del vaccino tutti gli israeliani si sono messi a disposizione. Ma non è stato necessario far lavorare di più il personale sanitario. La differenza l’ha fatta la digitalizzazione”. Perché in Israele le cartelle cliniche sono digitalizzate e gestite da un sistema centrale, ogni cittadino può accedere alla propria utilizzando la tessera sanitaria o le impronte digitali.

Il premier Benjamin Netanyahu si è impegnato fin dall’inizio della pandemia per ottenere la disponibilità delle case farmaceutiche. Il ministro dell’Economia ha trovato i fondi. Molti israeliani che girano il mondo e sono impegnati nel settore dell’alta tecnologia hanno contribuito alle trattative con la Pfilzer e con le altre aziende farmaceutiche. E hanno garantito le dosi in tutti i modi possibili”, conclude Enrico Mairov.

Redazione

 

 

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