Attualità e politica

Cassese contro il governo ‘nato per evitare il formarsi di un altro esecutivo’

Ha speso parole molto dure nei confronti del Governo il Giudice emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese. Ha elencato ed argomentato tutti i fattori di debolezza del Consiglio dei ministri nella gestione della pandemia.

A cominciare dalla reazione all’emergenza che arriva sempre troppo tardi. L’allarme scatta non quando salgono i contagiati, cosa per altro non prevedibile, ma quando stanno per esaurire i posti in terapia intensiva. Per il secondo scenario si poteva e doveva provvedere per tempo.

Il Governo perde troppo tempo a discutere e negoziare e viene continuamente colto di sorpresa. Si compiace del tanto discusso “smart working” che dovrebbe mettere le persone in sicurezza, ma in realtà genera nuovi problemi. Le attività collaterali agli uffici, come ristoranti, palestre, negozi di abbigliamento, perdono così i loro acquirenti, i musei e gli uffici vengono svuotati e non sono più funzionanti. Per Cassese la domanda, che riporta nel suo editoriale sul Corriere della Sera, è scontata: “Perché i ragazzi a scuola e i genitori a casa? Questa la seconda debolezza del nostro sistema: l’ incapacità di cogliere per tempo i problemi sociali che forme nuove di lavoro possono produrre”.

Non c’è sufficiente confronto tra Parlamento e opposizione. Il dibattito vira sul piano istituzionale tra Governo centrale e le regioni. Diventa uno scontro tra enti pubblici, Stato e regioni, il che confonde la gente comune, che già si trova in una situazione di incertezza. Il Parlamento non ammette il voto da remoto, si svuota dei suoi poteri che vengono rivendicati sempre più dalle regioni. “Il luogo che sarebbe preposto allo svolgimento della competizione tra maggioranza e opposizione, il Parlamento, intanto, rifiuta di prender atto della situazione e di ammettere il voto da remoto, riducendosi all’ impotenza e facendosi svuotare dal governo”, spiega.

Ancora più duro il quarto fattore di debolezza del Governo, che è il Governo stesso. Non è in piedi, per il professor Cassese, per portare avanti un programma e un piano di azione definito, ma solo per evitare che se ne formi un altro. “Non è un governo precario, è la precarietà al governo”. È la precarietà che lo definisce, cerca di concentrare le decisioni e tratta l’opposizione come un governo straniero. I Ministri sono lasciati in balia di loro stessi, ad interpretare come meglio credono il loro ruolo. Non c’è una guida.

Ultimo fattore è l’indecifrabilità delle decisioni di Conte e dei suoi. Sono messaggi che parlano alla gente comune, ma pieni di rimandi a leggi e commi introvabili, che le persone non riescono a comprendere. “Sembrano scritti da sadici che vogliano punire i malcapitati lettori”.

Redazione

 

 

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