Economia

Addio al tetto di spesa su medici e infermieri

Finalmente si potrà stabilire quanti medici e infermieri servono in ogni ospedale per singolo reparto in base ai posti letto e alla tipologia di pazienti che sono curati in quelle stesse corsie. Questo grazie a un sistema tagliato come un abito su misura in grado di definire ogni anno per la singola struttura un livello minimo di personale necessario per aprire il reparto e anche un tetto massimo: in questo range le Regioni nella loro autonomia potranno decidere quanti camici bianchi e operatori sanitari servono per far funzionare i loro ospedali. (Il Sole 24Ore)

A calcolarlo è il nuovo algoritmo frutto della sperimentazione a cui lavora l’Agenas, l’Agenzia per i servizi sanitari regionali, insieme ai tecnici di Regioni, Mef e ministero della Salute. Una sperimentazione, prevista dalla legge di bilancio del 2022 e da un successivo decreto firmato da Mef e Salute sul «metodo per la determinazione del fabbisogno di personale del Ssn», che è alle battute finali e che consegnerà entro l’estate i risultati di questa metodologia ai ministri Schillaci e Giorgetti dopo una condivisione anche con i sindacati. Per il mondo della Sanità questo algoritmo potrebbe rappresentare una specie di “sacro Gral” per provare ad affrontare una volta per tutte l’emergenza legata alla carenza cronica di medici e infermieri dopo quasi 20 anni di tetto di spesa sulle assunzioni del personale nel Ssn che tanti danni ha provocato. Una svolta quella dell’addio a questo tetto di spesa statico che lo stesso ministro Orazio Schillaci si è impegnato a superare entro l’anno e che anche la premier Giorgia Meloni durante il recente question time in Parlamento culminato nello scontro con la segretaria Pd Elly Schlein sulla Sanità ha definito come «un obiettivo che abbiamo e che contiamo di raggiungere quanto prima, compatibilmente con gli impegni di finanza pubblica».

La tabella di marcia sarebbe già definita: dopo il primo test di questo algoritmo sui dati del 2022 su un campione di 9 Regioni nelle prossime settimane arriveranno i risultati sui dati del 2023 stavolta con il coinvolgimento di tutte le Regioni. Una volta calcolati i fabbisogni di personale per ogni ospedale i risultati definitivi saranno consegnati al massimo entro settembre al Governo in modo da poter arrivare all’addio al tetto di spesa con la prossima legge di bilancio da chiudere il prossimo dicembre. Al momento i primi dati raccontano che tutte le regioni – chi più e chi meno – si trovano sotto l’asticella massima di personale indicata dall’algoritmo. Il punto di forza di questo strumento è la sua flessibilità e la capacità di fotografare nel dettaglio il fabbisogno del personale partendo dai letti presenti in un ospedale per i vari reparti e dai cosiddetti Drg – i casi trattati – che indicano anche la complessità delle prestazioni erogate. Un sistema cucito sul singolo ospedale che tiene conto anche delle ore lavorate dal personale e che è in grado di aggiornare la determinazione dei fabbisogno ogni anno in base ai nuovi dati.

Redazione

 

 

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