Economia

Flat tax e fusioni senza penalità, spinte opposte ai professionisti

Prende forma il pacchetto di nuove regole fiscali per i professionisti e gli studi associati, previsto dalla legge delega. Accanto alla riscrittura delle regole di formazione del reddito, il pezzo forte è l’introduzione della “neutralità fiscale” per le aggregazioni professionali, che oggi sono penalizzate a livello tributario quando uno studio si unisce a una società tra professionisti. (Sole 24 Ore)

Gli esperti della commissione sull’Irpef nominati dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, si stanno orientando su un meccanismo analogo a quello già applicabile alle imprese, in base al quale tutte le operazioni straordinarie sono fiscalmente neutre. Pare accantonata la soluzione più restrittiva, che avrebbe escluso la neutralità per le operazioni regressive (come quella in cui la Stp diventa studio associato).

La rimozione delle penalità per chi vuole unire le forze produrrà una spinta opposta a quella arrivata lo scorso 1° gennaio. Quando è stato elevato da 65mila a 85mila euro il limite di ricavi e compensi che permette ai titolari di partita Iva di applicare il regime forfettario. Non sono pochi, infatti, gli studi associati in cui i partner hanno scelto di operare a livello individuale per sfruttare la flat tax con il forfait al 15 per cento. I dati delle Finanze mostrano che nei primi tre mesi del 2023 il 54,4% delle nuove partite Iva ha optato per il forfettario. La più alta percentuale mai registrata, in aumento di quasi il 7% rispetto al 2022.

Sarà interessante vedere se i dati al 30 giugno – attesi per oggi – confermeranno la tendenza. Ma la storia degli ultimi anni dimostra già che ogni aumento delle soglie ha sempre fatto crescere l’appeal del regime agevolato: nel 2019, con la soglia unica di ricavi o compensi a 65mila euro, il tasso di adesioni aumentò del 10,1 per cento.

Il successo del forfait è tale da poter stimare che oggi sia usato da oltre 2 milioni di contribuenti (professionisti e imprenditori individuali): più della metà di tutte le partite Iva. Resta il dubbio, perciò, che per spingere davvero le aggregazioni serva qualcosa in più della neutralità fiscale. Mentre la prossima legge di Bilancio dovrà decidere anche se confermare per l’anno prossimo la flat tax incrementale prevista nel 2023 per gli autonomi che hanno scelto il regime di tassazione ordinario.

Redazione

 

 

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