AC BOOKS

Stelle cadenti. Perché i leader di oggi sono meteore
Editore Piemme
Anno 2020
Pagine 208

Quanto dura un impegno professionale, un’amicizia, una storia d’amore, o magari un amplesso? La durata è importante nella vita di tutti noi. Ma ancor di più dovrebbe esserlo per i politici: il fattore tempo è decisivo, se è vero che il compito di un leader è far raccogliere ai cittadini i frutti di quel grande impegno corale che è la politica. Ma negli ultimi anni il verdetto è inesorabile: i politici dei giorni nostri durano poco, molto poco. Nella maggior parte dei casi, osserva Annalisa Chirico, sono meteore: si accendono, brillano fino ad abbagliare e poi si spengono. Realizzano cose piccole, perché manca il tempo per realizzarne di grandi. Soprattutto i leader italiani. Leadership provvisorie, condannate alla temporaneità, puntellano un cielo di stelle cadenti, come quelle presenti nel simbolo del Movimento 5 Stelle che, secondo l’autrice, ha tradito i suoi ideali originari di partecipazione e trasparenza per diventare un partito verticistico e trasformista. È l’ebbrezza del potere, che fa perdere di vista la realtà finché non si commette l’errore fatale. Ma non solo: è il paradosso della “democrazia istantanea”, che corre frenetica sui social rendendo il leader politico sempre più simile a una celebrity. Ma l’elettorato è volubile, fluido: chi non risponde alle aspettative viene “licenziato”, avanti il prossimo. L’alternativa, secondo l’autrice, è la “triade aurea del modello Draghi”, che racchiude passione, competenza e coraggio. Il leader del futuro deve saper parlare alla gente di cose che alla gente importano. Con gli stivali ben piantati a terra. O su un paio di tacchi, chissà…

Fino a prova contraria. Tra gogna e impunità, l’Italia della giustizia sommaria
Editore Marsilio
Anno 2017
Pagine 176

Da qualche decennio è in corso un processo all’apparenza irreversibile: la trasformazione del nostro paese in una repubblica giudiziaria, dove giustizia e politica si intrecciano, si confondono, si equivalgono. Il giusto processo somiglia sempre più a una santa inquisizione in un sistema dai tempi pachidermici che lascia la vittima senza risposte e il colpevole impunito. Annalisa Chirico descrive le origini di tali storture mettendone a fuoco i pericoli e le ricadute sulla libertà dei cittadini e sulla competitività del paese. Al grido di «resistenza costituzionale», certe frange giudiziarie hanno condotto mille crociate in barba al principio della separazione dei poteri. Oggi impazza il «populismo penale», cavallo di battaglia di quanti, nell’agone politico, alimentano la falsa credenza del giudiziario come lavacro per la società intera. Il magistrato assume di volta in volta il ruolo dell’imprenditore, del sindacalista, dello scienziato, addirittura del legislatore, in una «giudicatura» che infligge il colpo di grazia al primato della politica.

Confessioni di un anticonformista
Storia della mia vita

Editore Marsilio
Anno 2015
Pagine 236

«Voglio raccontare la tua vita come non è mai stato fatto prima». Annalisa Chirico irrompe così nella quotidianità del professor Umberto Veronesi. Gli propone un viaggio tra i ricordi per ripercorrere la «risalita controcorrente» di quel ragazzino che, nato da una famiglia di contadini della pianura lombarda, è stato incluso per ben due volte nella rosa finale dei candidati al Nobel per la medicina. Nel dialogo serrato tra la giovane giornalista e l’uomo di scienza due generazioni si confrontano sui grandi temi dell’esistenza – l’amore, le passioni, la morte, la pace, la religione – e sugli avvenimenti della storia e dell’attualità. Ne emerge il resoconto di una battaglia quotidiana tra desideri, tentazioni, aspettative e bisogni. «La lezione che il professore consegna ai lettori è – nelle parole di Annalisa Chirico – l’umiltà dell’essere. È un uomo senza pretese da superuomo che si scopre in modo inedito nella propria umanità, finanche negli aspetti più intimi e delicati, con l’inevitabile carico di ridicolo che la vita di ciascuno di noi porta con sé». Protagonista di queste pagine «è il bambino rimasto orfano di padre a sei anni, che fa i conti con la povertà in una cascina di campagna. È il soldato arruolato con la forza, costretto ad affrontare l’orrore delle armi e delle mine. È il giovane che compie il proprio apprendistato sessuale grazie alle carezze lascive delle prostitute appostate su un tratturo di campagna. È lo studente universitario che incanta le ragazze e sgobba il triplo più degli altri, perché sa che quello che diventerà dipende soltanto da lui. È il medico tenace che scardina il paradigma scientifico dominante nella lotta contro il cancro per imporne uno nuovo, a muso duro. All’inizio è il solo a credere in un’idea folle e rivoluzionaria: il seno non va amputato, il seno si può conservare. Soltanto a distanza di anni, dopo una sperimentazione rischiosa e contrastata, il resto della comunità scientifica internazionale gli darà ragione». Dalle riflessioni del «Veronesi self-made man» Annalisa Chirico ricava e ci rivolge un’esortazione: non cedere mai all’autocompatimento, ma lottare senza sosta per diventare ciò che si desidera.

Siamo tutti puttane. Contro la dittatura del politicamente corretto
Editore Marsilio, Collana I Grilli
Anno 2014
Pagine 286

«Prostituirsi è uno scambio intrinsecamente morale. È la sublimazione del godimento della propria indipendenza privata». Così Annalisa Chirico, che si definisce «femminista pro sesso, pro porno e pro prostituzione», in questo libro si schiera a favore di chi valorizza un invidiabile décolleté, di chi adopera abilmente un carisma innato, di chi punta su una mente brillante (tratti che, si badi bene, non si escludono tra loro). «L’essere puttana – sostiene l’autrice – è uno stato esistenziale, comune a maschi e femmine. Siamo tutti puttane, in senso figurato, perché cerchiamo, ognuno a suo modo, di districarci nel complicato universo dell’esistente». Dalle Olgettine al «bunga bunga» di Pasolini, dalle Sacerdotesse del Sacro Canone Femminile alle teorie controcorrente di Camille Paglia e Wendy McElroy, dall’icona pop Madonna all’esaltazione di Cleopatra. Il libro smonta con arguzia gli argomenti di chi interpreta la «farfalla di Belén» o l’esibizione del corpo della donna in pubblicità come forme di degradazione della dignità femminile. Sullo sfondo, una visione laica dello scambio libero e volontario tra esseri adulti e consenzienti. Fino all’estrema provocazione: la prostituzione non esiste, ma «possediamo tutti quanti, maschi e femmine, un pizzico di quella “furbizia orientale” che ci rende profondamente liberi di sgomitare per autodeterminare la nostra vita».

Segreto di Stato. Il caso Nicolò Pollari: A dieci anni dal sequestro di Abu Omar, la prima ricostruzione che fa luce sulle ombre di un gigantesco caso giudiziario e diplomatico internazionale
Editore Mondadori
Anno 2013
Pagine 120

A dieci anni dalla cattura dell’imam egiziano a Milano, sono molti gli interrogativi che rimangono irrisolti sullo sfondo di un gigantesco caso politico, giudiziario e diplomatico. Chi è veramente Abu Omar? Quali sono i suoi reali rapporti con i servizi segreti americani ed egiziani? Come si spiegano le “sviste” della Procura di Milano che ritardano le indagini? Com’è possibile che la Cia operi con tanta disinvoltura? Gli 007 americani pensano forse di poter contare su qualche copertura? Qual è il ruolo della Digos e del Ros nell’operazione? E quali sarebbero, se esistono, le prove del coinvolgimento del Sismi? Documenti inediti e risultanze processuali per una ricostruzione diversa dello strano processo, che ha messo alla sbarra le spie dei servizi di due Paesi e ha condannato a dieci anni di carcere l’ex direttore dell’intelligence italiana.


Condannati preventivi. Le manette facili di uno Stato fuorilegge
Editore Rubbettino
Anno 2012
Pagine 161

“Quasi un detenuto su due è recluso nelle galere italiane in regime di custodia cautelare. In altre parole, carcere preventivo. La detenzione dietro le sbarre in assenza di una sentenza di condanna ha assunto dimensioni abnormi, che sono valse al nostro Paese la maglia nera in Europa. Se oggi in Italia è più facile andare in carcere in assenza che non a seguito di una condanna; se i processi hanno una durata elefantiaca e spesso un’estinzione quasi certa; se quintali di carcere preventivo in celle dove può succedere di tutto, e di tutto infatti vi succede, vengono dispensati senza che vi sia un meccanismo efficace per ottenere riparazione in caso di ingiusta detenzione; se oggi un magistrato può spedirti dietro le sbarre con una formuletta di rito senza che tu abbia alcun mezzo per difenderti; se tutto questo è vero, allora esiste un problema. Esiste un Caso Italia.”

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