Economia

Italia indietro rispetto all’Europa: occupazione, istruzione e ricerca in ritardo

Secondo il Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) 2024 dell’Istat, l’Italia resta indietro rispetto alla media europea su numerosi fronti, dal lavoro all’istruzione, fino a ricerca e innovazione. (Il Messaggero)

Il tasso di occupazione italiano si attesta al 67,1%, 8,7 punti percentuali sotto la media Ue27, con un divario ancora più marcato tra le donne, il cui tasso scende al 57,4% contro il 70,8% dell’Unione. Particolarmente elevata è la quota di lavoratori in part-time involontario: 8,5% in Italia, rispetto al 3,2% Ue27, con picchi del 13,7% tra le lavoratrici.

Nel settore dell’istruzione, solo il 31,6% dei giovani tra i 25 e i 34 anni possiede una laurea, a fronte del 44,1% della media europea. Analogamente, il 66,7% della popolazione italiana tra i 25 e i 64 anni ha completato il diploma di scuola secondaria di secondo grado, contro l’80,5% dell’Ue27.

Sul fronte dell’innovazione, l’Italia investe meno in ricerca e sviluppo, pari all’1,37% del Pil rispetto al 2,22% della media europea, e la percentuale di lavoratori con formazione universitaria nelle professioni scientifico-tecnologiche è inferiore di 7,4 punti (26,7% vs 34,1% Ue27).

Dall’analisi di 39 indicatori confrontabili con l’Ue27 emerge che l’Italia è in ritardo per 18 indicatori, mentre migliora per 11. Considerando 137 indicatori Bes confrontabili con l’anno precedente, poco più di un terzo (34,3%) mostra miglioramenti significativi, il 26,3% peggiora e il 39,4% rimane stabile.

Nel dettaglio, il dominio “Lavoro e conciliazione dei tempi di vita” vede migliorare 7 indicatori su 13, ma 5 peggiorano; “Qualità dei servizi” è equamente diviso tra indicatori in miglioramento e peggioramento; circa la metà degli indicatori di istruzione e formazione è in crescita. Settori come Sicurezza e Politica e istituzioni registrano la maggiore quota di peggioramenti.

A lungo termine, il quadro è più positivo: oltre la metà degli indicatori migliora, solo 16 peggiorano e per un terzo non è possibile individuare una tendenza univoca. Tutti gli indicatori di Sicurezza sono in crescita, così come la maggior parte di quelli relativi a Innovazione, ricerca e creatività, Politica e istituzioni e Benessere soggettivo. Le Relazioni sociali mostrano la maggiore quota di peggioramenti (4 su 9).

A livello regionale, le regioni del Nord e del Centro, ad eccezione del Lazio, superano la media nazionale in oltre il 60% degli indicatori, con punte del 70% e oltre per Trento, Bolzano, Veneto e Friuli-Venezia Giulia. Al contrario, nel Mezzogiorno la maggioranza degli indicatori è inferiore ai livelli nazionali, con Campania e Puglia in peggioramento per oltre il 70% degli indicatori.

Redazione

 

 

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