Attualità e politica

Irpef: ecco come cambierebbe la busta paga con la seconda aliquota al 33%

In attesa che si definisca la partita delle risorse, sul tavolo del governo sono già planate una serie di simulazioni e tempi sull’impatto che potrebbe avere per i contribuenti della classe media un abbassamento dell’aliquota del secondo scaglione, con il passaggio dal 35 al 33 per cento. Un intervento che potrebbe riguardare almeno undici milioni di contribuenti. (Il Messaggero)

Lo “sconto” fiscale risulta più basso per chi guadagna – a livello lordo – 30mila euro annui: in questo caso la riduzione sarebbe di 101 euro. Taglio che vendita a 107 euro per chi arriva a quota 35mila euro. Ma per un lavoratore con una retribuzione lorda di 40mila euro, e con un reddito imponibile di poco superiore a 36mila euro, il risparmio fiscale sarebbe di 627 euro l’anno. A 43mila euro di retribuzione scenderebbe a 340 euro, a 45mila euro toccherebbe 257 euro per poi risalire a 348 euro in corrispondenza di una retribuzione di 50mila euro lordi. Sopra i 55mila euro si arriva a 439 euro in più all’anno in busta paga. Infine, il risparmio si stabilizzebbe a 440 euro, sempre all’anno, a partire dai 60mila euro di retribuzione in su.

Benefici sono previsti anche per gli autonomi ei pensionati, che – sul fronte fiscale – non hanno beneficiato dell’ultimo intervento del governo che ha tagliato il cuneo fiscale. Chi dichiara un reddito imponibile di 30mila euro all’anno, con il passaggio dell’aliquota mediana dal 35 al 33 per cento, si vedrebbe riconoscere uno sconto sulle tasse di 40 euro al mese. Che salirebbe a quota 140 euro annui con un imponibile di 35mila euro. A 40mila euro la riduzione è di 240 euro, a 45mila euro diventerebbe di 340 euro. Invece, su una base imponibile di 50mila o superiore, il risparmio, sempre anno, sarebbe di 440 euro.

Nel suo intervento, il presidente dei Commercialisti, Elbano De Nuccio, ha ricordato come, dalle dichiarazioni fiscali del 2024, sia emerso che a dichiarare oltre i 300mila euro sono soltanto poco più di 42 mila dipendenti, lo 0,15 per cento del totale, che tuttavia da soli coprono il 7 per cento di tutta l’Irpef incassata. Sulla classe media, quella che dichiara redditi compresi tra i 40 ei 120 mila euro lordi annui, invece, pesa più del 36 per cento di tutta la tassazione sul reddito incassata dallo Stato, nonostante in questa fascia ci sia soltanto l’11 per cento dei contribuenti. Quello italiano è insomma, diventato un sistema di prelievo iper progressivo, dove in pochi pagano molto.

Nel cantiere fiscale della prossima manovra c’è poi la cosiddetta rottamazione-quinquies con la cancellazione di interessi e sanzioni, per smaltire l’enorme magazzino fiscale che – al netto di quanto sia davvero esigibile – ha superato i 1.200 miliardi. Anche qui, il quadro sarà più chiaro quando verranno identificate le coperture, ma è certo che rispetto al passato i criteri per aderire alla pace fiscale saranno molto più stringenti, riducendo i vantaggi per chi ha potuto beneficiare dei precedenti interventi.

In questa direzione, dovrebbero essere esclusi i contribuenti che hanno già aderito a più sanatorie senza completare i versamenti, non a caso definiti “rottamatori seriali”. E non è detto, ancora, che i “decaduti” possano rientrare dopo aver saldato quanto non ancora corrisposto. Maggiore flessibilità sui tempi di pagamento, con la possibilità di arrivare fino a 120 rate in 10 anni. Per chi ha addebito con lo Stato superiori a 50mila euro si valuta un anticipo obbligatorio almeno del 5 per cento del totale. Invece per le cartelle sotto i mille euro si potrebbe ipotizzare lo stralcio automatico.

Redazione

 

 

Articoli Correlati

Lascia un commento

Back to top button
Do NOT follow this link or you will be banned from the site!