«Mettere in ordine, direi che è stato il mio compito prioritario. Quando sono arrivato c’era molta confusione nel monitoraggio e sui dati relativi agli investimenti del Pnrr, con il rischio di creare al Paese un ostacolo rispetto ai termini e ai target concordati con l’Europa», a dirlo è Stefano Donnarumma, che traccia un bilancio del primo anno alla guida di Ferrovie dello Stato e dell’andamento del 2025, indicando gli obiettivi dei prossimi mesi. (Corriere)
«Tanto per capire: poche settimane dopo il mio arrivo una sentenza del Consiglio di Stato ha stabilito l’illegittimità dello stanziamento da 70 milioni di euro per salvare Ferrovie del sud est e trasferire oltre 1.300 chilometri di rete a Fs. Si aggiunga un ulteriore problema immediato: c’erano 200 milioni di euro mancanti dall’attività svolta in Grecia. Abbiamo dovuto trovare rapidamente una soluzione con il governo greco, col supporto di Palazzo Chigi, per recuperare i mancati pagamenti pregressi e ridefinire gli accordi per il futuro. Poi, come detto, c’era il Pnrr con tutto ciò che ne consegue in termini di operatività, complessità e tempistica». Prosegue l’AD del Gruppo FS.
«La prima evidenza è che siamo in linea con quanto previsto e il 2025 è in miglioramento rispetto all’esercizio precedente. Il risultato netto di gruppo è ancora in perdita di 89 milioni, però l’anno scorso abbiamo chiuso con perdite per oltre 200 milioni, mentre per la fine del 2025 puntiamo ad un risultato positivo. Questo è un dato fondamentale».
«Siamo la prima stazione appaltante del Paese, nel primo semestre abbiamo investito 8,5 miliardi e nell’anno ne investiremo più di 18, avvicinandoci ai circa 20 miliardi annui, ossia l’obiettivo indicato nel piano che prevede 100 miliardi in un quinquennio. Questo per capire che la capacità di sviluppare investimenti e di metterli a terra sta diventando, per Fs, strutturale».
«Partirei dalla Spagna, dove nell’alta velocità abbiamo buoni risultati. Per quanto riguarda la Francia registriamo margini compressi dalla combinazione di elevati pedaggi e costi operativi, vorremmo aumentare i volumi di traffico sull’alta velocità, ma i francesi sono sempre cauti nel lasciarci crescere sulla loro rete. In Germania siamo secondi nel trasporto di pendolari con margini soddisfacenti. Stiamo lavorando, inoltre, alla tratta Parigi-Londra e predisponendo l’apertura di nuovi collegamenti verso la Germania: Milano-Monaco e Roma-Monaco entro il 2026, a seguire ci sarà Berlino. In Olanda il trasporto locale con i bus elettrici prosegue con successo. Siamo poi presenti in Grecia e Regno Unito. L’attività estera vale, incluse le merci, circa 3 miliardi di fatturato», aggiunge Stefano Donnarumma, AD del Gruppo FS.
«Il Pnrr si chiuderà tra meno di un anno. La prossima estate ci troveremo però nel picco delle consegne delle opere realizzate, con inevitabili impatti. Così ancora una volta ripeto: altrove quando aprono i cantieri le tratte vengono chiuse, come capitato anche in questi giorni in Germania. Da parte nostra negli ultimi mesi abbiamo predisposto una massiccia campagna informativa per rendere il più possibile chiaro ai nostri passeggeri i tempi di viaggio e gli eventuali disagi causati dai cantieri», ha dichiarato l’AD durante l’intervista rilasciata al Corriere.
«Lo studio condiviso con il ministero dell’Economia è quasi completato. Già in autunno, se ci dessero l’ok, potremmo avviare l’iter e creare una nuova società, controllata da Rfi (quest’ultima 100% di Fs, ndr), dove conferire i primi mille chilometri di rete ad alta velocità. Tendenzialmente diventeranno poi circa duemila chilometri, grazie agli investimenti in corso. A questo punto già nel 2026 si potrebbe ipotizzare l’ingresso anche di fondi privati. Quello che tengo a sottolineare è che non si tratta di una privatizzazione in senso stretto, perché non sarebbero concesse prerogative di controllo e di governance, mentre in questo caso si tratterebbe di quote di minoranza di investitori istituzionali italiani e internazionali che credano nel progetto e nel rendimento della rete ad alta velocità. Un’operazione che consentirebbe di facilitare il reperimento di capitali privati nel finanziare grandi investimenti in opere infrastrutturali, liberando così risorse pubbliche per destinarle ad altro», ha poi proseguito l’AD Stefano Donnarumma.
«In autunno faremo il primo test tra Torino e Milano. Un tratto di circa 60 chilometri con poche gallerie, dove testare le antenne e dove i treni viaggiano alla massima velocità», conclude così l’AD del Gruppo FS.