La Cina ha annunciato la ripresa delle importazione di alcuni prodotti ittici dal Giappone, grazie a una revoca parziale del divieto generale imposto nel 2023 a seguito dello scarico deciso da Tokyo delle acque reflue della centrale nucleare devastata di Fukushima. (Ansa)
La mossa, in particolare, è stata presa dopo che il governo nipponico ha promesso di garantire la sicurezza e la qualità dei prodotti esportati in Cina.
Il monitoraggio internazionale a lungo termine dello scarico delle acque usate per raffreddare i reattori e poi depurate e i campionamenti indipendenti effettuati dalla Cina “non hanno evidenziato anomalie”, secondo la nota rilasciata domenica dall’Amministrazione generale delle Dogane cinesi.
dotti provenienti da 10 prefetture, tra cui Fukushima e Tokyo, sono tuttavia ancora vietati a seguito del blocco imposto dopo il terremoto e lo tsunami di marzo del 2011 che hanno innescato il disastro nucleare. La decisione riflette apparentemente l’interesse di Pechino a migliorare i legami con il Giappone, in una fase in cui il Paese è impegnato nell’aspra guerra commerciale contro gli Stati Uniti. Per la ripresa delle esportazioni di prodotti ittici verso la Cina, gli impianti nipponici di lavorazione e conseervazione di beni ittici devono essere registrati, mentre i prodotti devono superare i test sulle radiazioni.
A settembre 2024, i due governi hanno concordato di riprendere gradualmente il commercio di prodotti ittici a condizione che i Paesi terzi monitorassero il rilascio di acqua dalla centrale nucleare gravemente danneggiata. A seguito dell’accordo, la Cina ha raccolto campioni marini nei pressi di Fukushima nell’ambito dell’Aiea, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica.