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Pichetto Fratin: “Sul price cap passi avanti, sulle rinnovabili pronti a fare da soli”

Sulla crisi energetica e sulle misure a riguardo, Gilberto Pichetto Fratin, il neo ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica è ottimista: “In Europa stiamo andando avanti sull’energia. Al vertice del Lussemburgo sono stati fatti altri passi avanti e anche la Germania non si è opposta a che la commissione presenti in tempi rapidi una proposta sul price cap dinamico” ha dichiarato al Corriere della Sera.

Tuttavia, sul tetto dinamico al prezzo del gas non c’è però ancora accordo in Europa: “Ma si stanno facendo passi avanti importanti. Per esempio, sugli acquisti comuni di gas, che rafforzeranno il potere contrattuale dell’Europa; sui meccanismi per limitare l’eccessiva volatilità dei prezzi, sulle misure per la solidarietà energetica da attivare in caso di situazioni d’emergenza. Sul price cap dinamico c’è il forte sostegno della maggioranza degli Stati membri e presto la commissione presenterà una proposta”.

Nel frattempo, il governo è al lavoro sul decreto aiuti: “Nelle prossime ore valuteremo con il ministero dell’Economia le risorse a disposizione. Credo si procederà per tappe: prima un decreto per prolungare fino alla fine dell’anno gli aiuti in atto e poi, con la legge di Bilancio, l’estensione di queste misure sul medio periodo e possibilmente il loro rafforzamento, per imprese e famiglie”.

E sui fondi del Pnrr dedicati alla transizione green dice: “Sarà il mio ministero a gestire i 35 miliardi e non si prevedono ritardi rispetto agli obiettivi fissati per il 31 dicembre. Poi c’è un tema di rimodulazione degli stessi investimenti alla luce del forte impatto dell’inflazione sui costi degli interventi. Sarà necessario rivedere alcuni obiettivi e riprogrammare le risorse, per evitare che le gare vadano deserte”.

Infine, sugli obiettivi di decarbonizzazione dichiara: “Gli obiettivi climatici sono imprescindibili, tuttavia come ha detto la premier, la sostenibilità ambientale deve andare di pari passo con quella sociale ed economica. Già da viceministro dello Sviluppo mi sono occupato di favorire scelte che tenessero conto delle esigenze di competitività della seconda manifattura d’Europa. Anche per l’automotive gli indirizzi europei devono essere compatibili con la concreta possibilità delle case automobilistiche di rispettare gli obiettivi”.

Redazione

 

 

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