Attualità e politica

Ddl Zan, Flick: “Il primo requisito di una legge è la chiarezza: qui ci sono troppe categorie oltre al sesso biologico”

“Il primo requisito di una legge è la chiarezza e la comprensibilità”, a parlare è Giovanni Maria Flick, già ministro della Giustizia, docente di diritto penale e presidente della Corte costituzionale, a proposito del ddl Zan. “L’aver affiancato al concetto del sesso biologico altre tre categorie (il genere, l’identità di genere, l’orientamento sessuale) rende difficilmente comprensibile il significato del sesso come ostacolo all’eguaglianza”.

In un’intervista a Repubblica, Flick spiega: “Tuttora critico il ddl Zan, pur ribadendo la necessità e il valore di esso nel riempire un vuoto rispetto all’articolo 3 della Costituzione. Lo faccio perché questa legge dovrebbe limitarsi a proporre il sesso in ogni sua espressione e manifestazione al pari della religione e della razza, che non sono certo frammentate in tanti pezzi quando la Costituzione li richiama”.

Flick non la considera un’estensione della legge Mancino: “Non è così, lo farebbe se richiamasse il sesso negli stessi termini efficaci e onnicomprensivi con cui la Mancino definisce la razza e la religione affidando al giudice l’interpretazione del concetto. Invece la Zan moltiplica gli elementi del reato con una terminologia difficilmente comprensibile o non conosciuta. Ma non basta”.

La libertà di pensiero non deve essere minata, per questo Flick spiega cos’altro non è corretto del testo: “Il fatto che venga sostituita una garanzia costituzionale e consolidata per cui la manifestazione del pensiero in quanto tale è e dev’essere libera, con una garanzia prevista da una legge ordinaria come la Zan. Quest’ultima può essere cambiata in qualsiasi momento a differenza di quella costituzionale che sarebbe ben più difficile modificare”.

Redazione

 

 

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