Attualità e politica

Fedriga: “Oggi, dopo oltre un anno di sacrifici, la gente più che a proteggersi pensa a eludere le norme”

“Le decisioni vanno prese insieme ai cittadini, non sopra ai cittadini. Perché la differenza tra oggi e un anno fa, dobbiamo dircelo, è che tutte le misure funzionano molto meno”, lo sostiene Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia. “Allora le decisioni erano condivise, le persone sentivano che certe regole erano importanti per contrastare la pandemia. Oggi, dopo oltre un anno di stress, difficoltà e sacrifici, la gente più che a proteggersi pensa a eludere le norme”, spiega al Corriere della Sera.

“Se ci sono aree di basso contagio, perché non devono andare in giallo? È chiaro che se uno ha i numeri da rosso o arancione è diverso. Non mi pare una cosa straordinaria. Credo sia l’unico metodo per evitare che le regole vengano ignorate”, continua il governatore.

Per Fedriga è importante condividere i dati scientifici e poi dare alla politica il compito di emanare le misure: “Disporrei che i dati siano immediatamente disponibili per tutti, in modo da fornire una base utile per le decisioni. Si è delegato alla componente scientifica la decisione, mentre io penso che la scienza debba fornire i dati e la politica scegliere. La politica deve prendersi la responsabilità delle decisioni, altrimenti non servono più né governo né Parlamento”.

Da rivedere per Fedriga anche alcuni parametri come l’indice Rt e la soglia dei 250 positivi ogni 100 mila abitanti: “L’Rt è molto preciso ma molto tardivo. Di fatto, fotografa la situazione di due settimane prima. Il che ha un doppio svantaggio: si rischia di entrare in ritardo nelle misure di contenimento, e si rischia pure di uscirne tardi, con gravi danni per l’economia e anche per l’opinione pubblica: il discorso è “non mi fanno uscire anche adesso che si potrebbe uscire””.

Sull’indice dei 250 positivi, “il problema è evidente: punisce chi fa più tamponi. Più tamponi faccio, più sono penalizzato. Io ho fatto un calcolo su tutto il 2020. Siamo la regione che ha fatto più tamponi in Italia, a parte la Provincia autonoma di Trento: eppure, siamo quelli con incidenza di positivi più bassa, il 5,4%. Anche qui, con la sola eccezione della Provincia di Trento. Però, dato che facciamo tanti tamponi, abbiamo tanti positivi: e restiamo rossi”.

Redazione

 

 

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