MICHELE TOSINI, DETTO MICHELE DI RIDOLFO DEL GHIRLANDAIO (Firenze 1503-1577) Olio su tavola 135 x 100 cm Eseguito nella metà del XVI secolo
Allievo di Lorenzo Di Credi prima e di Ridolfo del Ghirlandaio dopo il 1525, Michele Tosini fu talmente legato a quest’ultimo da volerne prendere persino il nome.
Questa composizione, nella Collezione della Fondazione Sorgente Group, presieduta da Valter Mainetti, riprende fedelmente la “Madonna dell’Umiltà” di Andrea del Sarto, l’impianto compositivo risulta essere razionale, nonostante l’alta concentrazione di personaggi, grazie all’escamotage del drappeggio in alto che inquadra la scena come una quinta teatrale. La sacralità dell’immagine è ammorbidita dai gesti spontanei dei protagonisti, che portano a far pensare a una scena di vita quotidiana, più che a un’immagine religiosa. Opere come questa riflettono lo spirito innovatore della nuova classe dirigente fiorentina, tesa a contemperare l’aspetto religioso con quello profano. Così i pittori manieristi, quelli più “sperimentali” attirarono le attenzioni della Santa Inquisizione, particolarmente sensibile al tema delle immagini, secondo le indicazioni del Concilio di Trento.