Per i conti pubblici dell’Italia arriva la conferma di una schiarita all’orizzonte, aspettando – venerdì – il verdetto sul rating di Moody’s. Lo indicano i numeri del deficit contenuti nelle previsioni d’autunno, illustrati ieri dal commissario all’Economia Valdis Dombrovskis: in primavera, Roma si prepara a uscire dalla procedura Ue per disavanzo eccessivo. Le tabelle di accompagnamento fotografano un disavanzo al 3% del Pil per l’anno in corso, che continuerà a scendere nei successivi, in linea con il Dpb del governo. (Il Messaggero)
Nei documenti di lavoro, il dato non arrotondato è già leggermente più basso del valore di riferimento, al 2,98%. Se sarà “bollinata” ad aprile da Eurostat, questa percentuale potrebbe certificare la chiusura dalla procedura che era stata avviata nel 2024, ha spiegato Dombrovskis. Ma le regole del nuovo Patto di stabilità sono alla loro prima applicazione e per capire se questo minimo scostamento decimale basterà a promuovere i conti italiani (oppure se si opterà per un arrotondamento in eccesso) bisognerà aspettare il responso sui criteri interpretativi, ha frenato il commissario lettone. Formalismi a parte, i tecnici Ue si faranno guidare dal buon senso, assicurano a Bruxelles.
La Commissione dovrebbe poi affidare la sua promozione al pacchetto di sorveglianza semestrale, atteso il 3 giugno. Le condizioni da soddisfare sono essenzialmente dovute: non solo il deficit al di sotto della soglia del 3% prescritta dal Patto, ma anche che si mantenga stabilmente inferiore negli anni successivi. Le previsioni Ue svelate ieri lo danno al 2,8% nel 2026 e al 2,6% nel 2027, basandosi sui numeri del Dpb. Sui tre anni, l’Italia stacca così le altre due economie del continente: la Germania, alle prese con un boom della spesa pubblica (deficit previsto al 3,1%, 4% e 3,8%) e la Francia, che fatica a mantenere la disciplina nei bilanci (deficit atteso al 5,5%, 4,9% e 5,3%). Dal calcolo tecnico derivano conseguenze politiche. Dalla chiusura della procedura Ue sui conti dipende, infatti, la possibilità per il governo di attivare da subito la clausola che consente di fare spesa militare in deficit fino all’1,5% del Pil all’anno, in deroga temporanea al Patto. Un tassello chiave del piano per il riarmo Ue predisposto da Ursula von der Leyen. La prossima settimana sarà la volta delle pagelle sul Dpb, ea Bruxelles non passa inosservato un certo sostegno a misure come il contributo a carico di banche e assicurazioni. Venendo agli altri dati, complici gli strascichi dell’effetto del Superbonus, il debito italiano è destinato a passare dal 136,4% del Pil quest’anno al 137,9% del prossimo, salvo calare leggermente al 137,2% nel 2027. Anche il costo per gli interessi sul debito aumenterà, dagli attuali 87,9 miliardi a 91,6 e quindi a 96,6. Promossi i conti, insomma, rimandata la crescita.
Il Pil tricolore arranca più che nella gran parte dell’Unione, proprio mentre Ue e Eurozona corrono più delle attese: dalle previsioni economiche emerge l’immagine di un «incremento modesto» per i prossimi due anni, ha detto Dombrovskis, comunque in linea con le misurazioni italiane. Sostenuto dagli investimenti e dalle riforme del Pnrr, quest’anno il Pil crescerà dello 0,4%, in flessione rispetto alle precedenti volte che lo davano allo 0,7%, mentre tornerà a salire nel 2026 e nel 2027. In entrambi i casi è previsto allo 0,8%, e beneficerà della revisione del Pnrr per non perdere gli ultimi fondi del Recovery, misura vicina alla via libera definitiva Ue. Numeri che, tra due anni, inchioderanno l’Italia a essere fanalino di coda del club. Pesano «la prudenza sui consumi delle famiglie e l’aumento dei risparmi precauzionali», ha precisato Dombrovskis. Per le economie dei 27, l’incremento del Pil sarà dell’1,4% quest’anno e il prossimo, e dell’1,5% nel 2027. La Spagna raddoppia la media Ue, piazzandosi al +2,9% quest’anno, mentre l’Irlanda fa addirittura registrare un +10,7%. La ragione? Il boom delle esportazioni (per Dublino, trainate dalla farmaceutica) in preparazione ai dazi americani. È anche il motivo della tenuta in questo 2025: «Nei primi tre trimestri dell’anno la crescita ha superato le aspettative dovrebbe e continuare a espandersi a un ritmo moderato, nonostante il difficile contesto internazionale».




