Le prossime riduzione dovrebbero arrivare in gennaio. I tagli consentiranno ad Amazon “di rafforzarsi ulteriormente riducendo la burocrazia e ridistribuendo le risorse per garantire investimenti” nelle aree “più importanti”, ha detto Beth Galetti, la responsabile delle risorse umane di Amazon. (Ansa)
“Molti potrebbero chiedersi perché tagliamo mentre la nostra performance è buona. Il mondo sta cambiando rapidamente” e l’IA rappresenta “la tecnologia più rivoluzionaria che abbiamo visto dai tempi di internet”, ha spiegato Galetti. Nei mesi scorsi l’amministratore delegato Andy Jassy aveva messo in guardia sul fatto che l’IA avrebbe ridotto la forza lavoro della società. Un avvertimento condiviso anche da molti altri leader di grandi aziende americane come Microsoft, Salesforce e Ups. Proprio quest’ultima ha annunciato di aver ridotto dall’inizio dell’anno 48.000 posti di lavoro.
Goldman Sachs, secondo alcuni rumors, ha invece comunicato ai suoi dipendenti di attendersi tagli nonostante il balzo degli utili in seguito alla necessità di ridurre i costi e all’integrazione dell’IA nelle sue attività. L’intelligenza artificiale si mostra così la principale responsabile della stretta di Corporate America: da un lato aumenta l’efficienza delle aziende e quindi rende parte del personale ‘superfluo’, dall’altro richiede ingenti investimenti per arrivare a quell’IA generale a cui aspirano i colossi.
La trasformazione di OpenAI in una società a scopo di lucro punta proprio a facilitare la raccolta dei fondi necessari per continuare a investire nello sviluppo di modelli. Dopo mesi di trattative e tensioni, la startup di Sam Altman è riuscita a completare la sua riorganizzazione, con la nascita di OpenAI Group Pbc (public benefit company), con Microsoft al 27% e la fondazione no-profit che la controlla fin dalla sua fondazione nel 2015 al 26%.
La quota di Redmond vale 135 miliardi di dollari ed è apprezzata dagli investitori, che spingono i titoli in rialzo e la capitalizzazione di mercato sopra 4.000 miliardi di dollari (soglia superata per la prima volta anche da Apple). Corre a Wall Street anche Nvidia, arrivando a 4.750 miliardi di valore. Il colosso dei chip per l’IA ha annunciato un investimento azionario da 1 miliardo di dollari in Nokia e si appresta a svelare importanti contratti con Samsung e Hyundai, confermando la sua volontà di voler guardare all’Asia al di là della Cina, nella quale è rimasta ‘vittima’ dello scontro tecnologico fra Washington e Pechino.





