Rallenta la crescita del turismo in Toscana. Secondo i dati elaborati dal Centro studi turistici di Firenze per conto di Toscana promozione turistica, dopo gli ottimi risultati di inizio stagione, c’è stato un graduale rallentamento, a luglio e nei primi giorni di agosto. (Ansa)
La flessione, pari a -0,4%, è stata però contenuta grazie al consolidamento della domanda straniera e alla ripresa post-ferragostana. Ancora in calo la domanda italiana, dato che ha accomunato stabilimenti balneari e ristorazione, ma anche le strutture ricettive hanno registrato una riduzione ulteriore della durata dei soggiorni e delle richieste di servizi aggiuntivi. Si attendono adesso le prenotazioni di settembre, in leggero ritardo rispetto ai valori dello scorso anno. Molto dipenderà dall’andamento del meteo.
La ricerca, spiega la Regione, è stata condotta su un campione di 692 imprenditori. Le presenze complessive dovrebbero superare i 21,9 milioni, gli arrivi 5,7 milioni. Non si è tenuto conto del movimento degli ospiti nelle locazioni turistiche, dato che per molte non è possibile accertarne l’operatività anche nel 2024. Se incluse le presenze complessive risulterebbero in crescita. Il 38% del campione ha segnalato un calo della domanda italiana con una stima di -1,8%. Il 34,6% ha registrato un aumento di quella straniera del +0,9%. Differente anche l’andamento tra strutture alberghiere ed extralberghiere: le prime stimate al +0,4%, le seconde a -0,8%. Cala il turismo nelle località costiere (-1,2%), imputabile solo agli italiani (-2,9%) e anche in città e centri d’arte (-0,5%). Su le altre tipologie: +1,8% campagna, +1,5% aree di montagna, +1,4% termale, +1,5% per località ad “altro interesse”. Tra i mercati, trainano quelli europei con una crescita significativa di francesi, polacchi, cechi, scandinavi, ungheresi, spagnoli, svizzeri, belgi e britannici. In leggero aumento anche Brasile, Cina, Paesi Bassi e Corea del Sud. Flessione per austriaci, tedeschi, statunitensi, giapponesi, indiani, canadesi e australiani.
Per settembre si segnala a ora un -1,4% di prenotazioni. C’è incertezza poi per l’ultimo trimestre 2025: solo il 5,9% del campione ha segnalato un trend di crescita della domanda contro il 32,5% che ha espresso preoccupazioni per una probabile ulteriore flessione.