Cinque miliardi in un giorno solo ed è tutto merito di una criptovaluta. Questa settimana le tasche della famiglia Trump sono (per ora solo in teoria e non nella pratica) molto più pesanti di quanto non lo siano mai state prima, neanche con gli investimenti decennali nel settore immobiliare. (Corriere)
La prima tappa di questo percorso verso il successo finanziario per la famiglia Trump si può rintracciare a luglio, quando i primi investitori nel token hanno votato (positivamente) per consentire lo scambio della moneta. E quindi, di fatto, aprendosi al processo di compravendita dell’asset che fino a quel momento era rimasto nei portafogli (digitali) dei primi compratori che avevano creduto nel progetto.
Gli investitori, comunque, non potevano vendere più del 20% dei token detenuti. Ma anche così, il primo giorno di vendita degli asset ha permesso a Donald Trump di aumentare il proprio capitale. O meglio, quello della famiglia. Nel portafoglio dei Trump, infatti, c’è oltre un quarto di token totali (cioè circa 16 miliardi di token). E la compravendita della criptovaluta cominciata proprio lunedì ha contribuito ad aumentare il loro capitale fino, appunto, a 5 miliardi di dollari.
Lunedì, al momento del debutto, il token è stato messo in vendita inizialmente a 30 centesimi di dollaro (al momento del lancio del progetto i primi investitori li avevano comprate ad appena 1,5 centesimi), ma più tardi nella stessa giornata il suo valore è sceso fino a 20 centesimi. Secondo quanto si rileva dai dati di CoinMarketCap, nel giorno di apertura alle vendite sono stati scambiati l’equivalente di un miliardo di dollari in WFLI.
Nonostante l’iniziale disinteresse, se non addirittura ostilità, nei confronti del mondo delle crypto, l’opinione di Trump è velocemente cambiata prima del suo secondo mandato. Secondo quanto aveva raccontato lo stesso (allora candidato) presidente lo scorso settembre durante un incontro virtuale su X, a fargli cambiare idea sono stati proprio i figli, compreso il più giovane Barron: «Ha quattro portafogli o qualcosa del genere. Conosce queste cose a fondo», aveva detto The Donald.
Il suo interesse nei confronti di questo nuovo e redditizio settore si è visto nel corso degli ultimi mesi anche grazie all’approvazione di due leggi, il Genius Act e lo Stable Act, che hanno come obiettivo proprio quello di regolare questo settore finanziario che fino a quel momento si muoveva su confini non meglio definiti. Ma la criptovaluta “di famiglia” WFLI non è l’unica a portare il sigillo del tycoon, che a gennaio di quest’anno ha lanciato un altro token dal nome evocativo: $TRUMP, tutto in maiuscolo, il “memecoin” (cioè token che non si basano su una blockchain indipendente come le più “serie” Bitcoin o Ethereum, come vi spieghiamo qua) che è stato inaugurato subito dopo quello dedicato alla moglie, cioè $Melania. In questo caso, però, scritto con la sola iniziale maiuscola.